Incomincia ad emergere qualche elemento concreto anche sul tavolo della Procura di Modena circa la vicenda che ha visto protagonista un ragazzino di 11 anni, finito al Policlinico di Modena con la frattura dell'osso ioide, posto proprio al di sotto della mandibola. Il ragazzo, infatti, era stato portato al Pronto Soccorso nella notte fra sabato e domenica scorsi con i segni di un evidente strangolamento, dopo una serata passata fuori in compagnia del fratello e di altri giovani. Era stata la madre a denunciare il fatto alla Polizia, innescando le indagini della Squadra Mobile.

L'ipotesi che si era fatta strada – che trova conferma nell'indagine coordinata dal PM Katia Marino – è quella di un “gioco” cui il giovanissimo sarebbe stato sottoposto, volente o nolente: una sorta di sfida a resistere al soffocamento, come prova di coraggio o come ricerca di sensazioni estreme.

Nel registro degli indagati è finito un 26enne di Carpi, incensurato, che secondo gli inquirenti sarebbe l'autore materiale dello strangolamento e quindi della grave lesione provocata al minore, reato per il quale è indagato. Il tutto sarebbe avvenuto in un contesto amicale, seppur non di conoscenza diretta.

La Procura ha disposto una perizia medico-legale, che dovrà stabilire le modalità con il quale è avvenuta la lesione, facendo così chiarezza su un sabato sera “folle” del quale non emerge ancora una versione definitiva. Il Procuratore Lucia Musti ha espresso grande preoccupazione per quanto accaduto: “E' un fatto grave, non vorrei che si diffondesse una moda o tentativi di emulazione. La risposta da parte nostra sarà durissima, secondo quanto prevede la legge, per punire immediatamente comportamenti di questo genere”.