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Cronaca

Modena decresce e invecchia. Nel 2025 si rovescerà la piramide generazionale

Illustrata in Consiglio Comunale la ricerca Cresme: progressivo calo e invecchiamento della popolazione. Dal 2001 al 2015 gli over 64 in città passano da 38 a 44 mila. Da due anni a questa parte è iniziato il calo della popolazione residente

Il rischio di un progressivo calo della popolazione, con nascite in diminuzione, morti in crescita, un tendenziale incremento della componente anziana, saldi migratori esteri indeboliti e nuovi saldi migratori interni che descrivono quadri territoriali competitivi. È lo scenario demografico futuro del Comune di Modena delineato dallo studio di Cresme ricerche spa che è stato illustrato dal responsabile della ricerca Lorenzo Bellicini nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 16 marzo.

L’illustrazione dello studio in Aula, preceduto da un’introduzione dell’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli, rappresenta il primo incontro del percorso verso il nuovo Piano urbanistico.

Dopo un lungo periodo di costante e significativa crescita della popolazione, nel 2015, per la prima volta negli anni 2000, la provincia e il comune di Modena perdono abitanti (-722 e -175), registrando un saldo negativo tra nati e morti (-1336 e -447) decisamente in crescita rispetto agli anni precedenti, non compensato, come avveniva in passato, dai flussi migratori dall’estero, in deciso rallentamento (nel 2015 poco più di 1000 persone, nel 2008 quasi 3100). Tali dati vengono parzialmente aggiustati con l’adeguamento dei dati censuari e con il cambio di cittadinanza di molti stranieri che diventano italiani.

Questa la situazione tracciata dallo studio del Cresme commissionato dal Comune di Modena in funzione della costruzione del futuro Piano urbanistico che giovedì 16 marzo è stato presentato in Consiglio comunale.

A questo quadro si aggiunge il progressivo invecchiamento della popolazione: dal 2001 al 2015 gli over 64 anni passano da 130 mila a 156 mila in provincia (+20 per cento) e da 38 a 44 mila nel territorio comunale (+15 per cento): in città quasi una persona su quattro ha più di 64 anni.

In città risultano inoltre presenti 7000 persone in più oltre a quelle residenti, 37 mila persone arrivano da altri comuni della provincia per studio o lavoro e altre 11 mila da altre province italiane, cui si aggiungono flussi significativi nelle strutture ricettive. Complessivamente le persone in condizioni abitative particolari sono circa 9 mila, di cui oltre 8 mila coabitanti, 700 residenti in altro tipo di alloggi e alcuni senza tetto. Sulla base del censimento, infine, in città le abitazioni non occupate ammontano a circa 17 mila ma l’analisi delle correzioni anagrafiche e delle presenze per studio e lavoro consente di stimare questa quota in quasi 8 mila abitazioni.

Sulla base dell’attuale andamento demografico, lo scenario stimato al 2025 vede un rapido invecchiamento della popolazione, un rovesciamento della piramide generazionale, con 59 mila abitanti oltre i 60 anni, 53 mila tra i 40 e i 59, 40 mila tra i 20 e i 39 e solo 35 mila con meno di 19. A cui corrisponderà anche una forte estinzione delle vecchie famiglie che verranno sempre meno compensate dalle nuove, creando un problema di sostituzione dei nuclei familiari. Debole anche il quadro previsionale demografico: nell’ipotesi massima, l’aumento della popolazione residente nel comune capoluogo al 2025 sarà pari al 3,2% (circa 191 mila abitanti), in quella media dell’1,4%, e in quella più bassa si registrerà un calo dello 0,2%.

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