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Cronaca Mirandola

Rimane senza casa dopo il sisma, cerca di darsi fuoco in Comune

Dopo lo “sfratto” dai moduli abitativi provvisori il 56enne Antonio Supino di Mirandola ha rifiutato la sistemazione alternativa proposta dal Comune e dorme all'aperto. Ieri il tentativo di darsi fuoco dopo essersi cosparso di benzina in Municipio

Per poco si è evitato il peggio. Ieri, presso la sede del Comune di Mirandola, un uomo di 56 anni si è cosparso di benzina e ha cercato di darsi fuoco, ma è stato fortunatamente fermato in tempo dall'intervento degli agenti della Municipale. Si tratta di un gesto dettato dalla disperazione che ha visto protagonista Antonio Supino, che sta vivendo il dramma di essere rimasto senza un tetto sopra la testa.

L'uomo infatti ha occupato per lungo tempo dopo il sisma del 2012 un modulo abitativo provvisorio, salvo poi doverlo abbandonare quando il Comune ha ordinato lo smantellamento dei Map. In seguito – come riferisce oggi Il Resto del Carlino - Supino ha anche ricevuto un avviso di sfratto e si è ritrovato a dover dormire all'aperto, cercando ripari di fortuna.

Una situazione ben nota all'Amministrazione Mirandolese, che aveva preso a carico la situazione del 56enne, offrendogli anche una sistemazione in una comunità nel bolognese, che tuttavia il diretto interessato ha rifiutato.

Un caso che non si arresta però a Mirandola. La Lega Nord, infatti, ha deciso di cavalcare l'avvenimento e ha portato in Parlamento la storia del cittadino mirandolese, per voce del capogruppo del Carroccio alla Camera, Massimiliano Fedriga. “Il governo lascia che ci siano migliaia di terremotati fuori casa e l’accoglienza la riserva solo ai clandestini. Renzi e Alfano hanno perso il senso della decenza e del rispetto e hanno smarrito anche il più elementare senso del limite – sottolinea Fedriga - Per quanto mi riguarda, lo stato, in questa vicenda, è responsabile di istigazione al suicidio. Il ministro Alfano riferisca in aula”.

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