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Cronaca Mirandola

Bassa, monta la rabbia dei terremotati: "Impossibile vivere nei map"

Massimo Vignola, referente per i comitati dei Map, denuncia la grave situazione di disagio vissuta dai cittadini: "Pessimo isolamento dei container, elettrodomestici inefficienti e bollete salate"

"Pareti da otto centimetri di spessore, porte di lamiera, elettrodomestici in classe G e cinque bollettazioni sbagliate da Enel". Così fotografa la situazione in cui vivono i cittadini dei Comuni del cratere sismico Massimo Vignola, referente per i comitati dei Map, stamattina presente insieme a tanti cittadini, alla conferenza stampa organizzata dal consigliere regionale M5S, Andrea de Franceschi.

Per Vignola "all'interno dei moduli si soffre il freddo", le spese "sono altissime perché manca completamente la coibentazione", e "come se non bastasse gli elettrodomestici che corredano i moduli sono in classe G", come "indicato nel sito della Regione Emilia Romagna", e non "in classe A perché essendo i moduli temporanei c'era la possibilità di metterli così come sono", spiega il coordinatore dei Comitati, "cosa che però, ovviamente, pesa sui consumi e dunque sui cittadini".

Questi moduli "dovevano essere usati per massimo uno o due anni", continua Vignola, "invece tutta la burocrazia ha bloccato la ricostruzione, visto che ci vogliono mesi per le pratiche più semplici e noi siamo ancora lì a spendere". Secondo Vignola a questa situazione si aggiunge anche quella dei mutui sulle case inagibili, che "nonostante quanto dichiarato qualche giorno fa con un comunicato della Regione sono ripartiti", e "Muzzarelli ed Errani, abituati all'arroganza non hanno avuto un grammo di rispetto per chi vive in quella situazione", che peraltro nella sua gravità "dimostra che hanno fallito e ora dovrebbero andare a casa".

Vignola, nel concludere l'intervento ha chiesto a tutta la stampa di "recarsi sul posto per vedere direttamente in che condizioni vivono le persone nei Map", non come "Errani e Muzzarelli che non si sono mai degnati di venire a vedere o a parlare direttamente con i cittadini". Si tratta, comunque, condizioni che per Vignola "chiariscono in che modo e' stato gestito il primo terremoto industriale".

(Fonte Dire)

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