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Cronaca

Il terremoto in Calabria e Basilicata? "Profetizzato" dai geologi Unimore

Parlando prevenzione dei terremoti, il 23 ottobre scorso i geologi osservano come da circa due anni sia in corso nel Pollino una sequenza sismica "senza che si sia verificato a tutt'oggi un terremoto di forte intensità"

Premonizione o iettatura? Difficile dirlo, certo desta sensazione rileggere stamattina, venerdì 26 ottobre, dopo la scossa di 5.0 della scala Richter che ha colpito Calabria e Basilicata, la nota inviata il 23 ottobre scorso da Doriano Castaldini, Stefano Conti, Daniela Fontana e Mauro Soldati, geologi dell'Università di Modena e Reggio Emilia. Intervenuti sulla tanto discussa sentenza su L'Aquila e l'operato della Commissione Grandi Rischi, gli scienziati avevano giudicato la questione "troppo delicata per poter esprimere un giudizio" senza prima essere pienamente a conoscenza delle motivazioni della sentenza emessa dai giudici e "aver analizzato in dettaglio la relazione della Commissione Grandi Rischi a cui la sentenza fa riferimento".

"Quello che va espresso chiaramente - recitava la nota diffusa dall'Ateneo -  è che allo stato attuale delle conoscenze non è possibile la previsione dei terremoti in maniera deterministica (indicando ora, luogo e intensità), come dichiarato anche in queste ore da autorevoli esperti internazionali. Non necessariamente infatti, le variazioni nelle caratteristiche dello sciame sismico o di altri segnali ritenuti precursori possono dare informazioni certe sull’eventualità e tipologia di scosse successive". Poi scatta quella che, ad oggi, potrebbe quasi essere scambiata per una profezia: "A tal proposito si ricorda che nell’area del Pollino in Calabria, da circa due anni è in corso una sequenza sismica caratterizzata da periodi di frequente attività, alternati ad altri di relativa tranquillità senza che si sia verificato a tutt’oggi un terremoto di forte intensità". La nota volge alla conclusione ricordando, per l'ennesima volta che "qualunque metodologia atta ad affrontare il rischio sismico non può prescindere dalla messa in sicurezza di edifici e infrastrutture, riducendo la vulnerabilità del territorio".

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