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Cronaca Formigine

Terrorismo: riscuoteva il "pizzo" per conto del Pkk, arrestato

Arrestato un 22enne curdo residente a Formigine: il giovane è stato ritenuto componente di un gruppo dedito a estorsioni per l'acquisto di armi e il sostegno ai progetti portati avanti dal Pkk in Turchia

Riscuotevano mediante estorsioni una sorta di "tassa rivoluzionaria" fra gli immigrati curdi in Italia con lo scopo di finanziare le attività del Pkk, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan. Per questa ragione stamattina, in diverse città (Roma, Modena, Padova, Udine e Pesaro) sono state eseguite le otto perquisizioni domiciliari e le cinque ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Venezia.

MODENESE - Fra gli arrestati, figura anche Emre Irez, 22enne turco residente a Formigine: assieme ad altri tre connazionali, stando agli elementi raccolti dagli investigatori, avrebbe fatto parte del "braccio operativo" dedito alle estorsioni dipendente del 40enne Tahsin Duzgun, 40enne turco residente ad Alnignasego, Padova, considerato elemento di punta dell'organizzazione e responsabile per il Veneto del Pkk. Gli indagati sono stati accusati di concorso in tentativo di estorsione e lesioni gravi, commesse con l'aggravante della finalità di terrorismo.

INDAGINE - Coordinata anche per i suoi profili internazioni dall'Antiterrorismo italiano guidato dal prefetto Stefano Berrettoni, l'indagine ha preso il via da un pestaggio avvenuto mesi fa nei confronti di un cittadino turco titolare di una rivendita di kebab in provincia di Venezia. Le indagini della Digo hanno permesso di accertare la matrice politica della vicenda, consentendo così di scoprire una vera e propria attività di estorsione messa in atto dagli appartenenti alla cellula che, su mandato del Pkk (organizzazione inclusa nelle liste terroristiche Ue), riscuotevano la "tassa" tra gli immigrati di etnia curda residenti nel nord Italia.

SOLDI E ARMI - Le "trattenute" obbligatorie chieste mensilmente dalla cellula del Pkk variavano da 10 a 30 euro per ogni lavoratore curdo, mentre ogni anno doveva essere versata una cifra ulteriore oscillante fra i mille e i 5mila euro più un versamento "straordinario" per convegni o materiale pubblicistico. Il denaro veniva poi inviato all'organizzazione curda tramite banche tedesche. Ad occuparsi del versamento sarebbe stato il leader "veneto" Duzgun: il gruppo a lui sottoposto agiva contro chi si rifiutava di corrispondere la "tassa rivoluzionaria" con pressioni estorsive, psicologiche ed episodi di violenza. In un'intercettazione, il capo della cellula fa riferimento esplicito alle finalità della raccolta del denaro, ovvero l'acquisto di armi e il sostegno ai progettidi guerriglia nella Turchia sud orientale. Le perquisizioni sono state svolte anche nelle abitazioni delle presunte vittime, dalle quali è stato trovato materiale che gli inquirenti hanno definito interessante, come un'agenda-mastro in cui venivano annotati i nomi dei "contribuenti" e la somma versata.

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