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Cronaca

Tizian e "Il clan degli invisibili", il romanzo sulla mafia del terzo millennio

Giovanni Tizian, giornalista modenese che da tre anni si occupa di contrastare la criminalità organizzata, ha pubblicato il suo terzo libro. Ne "Il clan degli invisibili" parlerà dell'ndragheta del terzo millennio

Giovanni Tizian non è un giovane giornalista come molti altri, che dopo lavoro può andare a giocare a pallone o uscire con gli amici, la sua vita è sempre in pericolo. Da tre anni è sotto scorta per le sue inchieste sulla criminalità organizzata in Emilia-Romagna. Una scelta di vota onorevole che deve essere conosciuta da tutti, e che lui racconta nel suo terzo romanzo "Il clan degli invisibili".

Sarà stata la morte del padre ucciso dalla mafia in Calabria negli anni Ottanta, o sarà la sua voglia di rendere giustizia a ciò che non viene detto. Di fatto grazie ai suoi primi due romanzi "Gotica" e "La nostra guerra non è mai finita" è riuscito a raccontare ciò che non si sapeva o non si voleva sapere del nostro territorio. La mafia c'è e non è solo al sud, ma anzi è proprio nel nostro territorio che coltiva abilmente i suoi interessi. 

Questa volta Tizian ha scelto la forma del romanzo per raccontare l'ndragheta, che apparentemente sembra essere composta da "bravi ragazzi", ma che in realtà sono stati educati a riciclare denaro e vendere droga. Il protagonista è proprio un giovane giornalista, vissuto tra le strade della propria comunità, che una volta cresciuto vede i suoi amici prendere strade differenti. C'è chi va all'estero e chi rimane sul territorio, tutti hanno un ruolo e lo devono portare a termine. Tizian sdogana l'idea del boss mafioso rinchiuso in un tetro bunker sottoterra, e ci mostra la mafia 2.0, quella che ha "manager", rapporti bancari ed interessi finanziari.

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