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Cronaca Formigine

Nuovi ritrovamenti emergono dagli scavi archeologici del monastero di Colombaro

Nella frazione di Formigine è stata scoperta una tomba bisoma: forse una madre con il suo bambino 

Dai rinvenimenti neolitici presso le ex Distillerie Bonollo, alle tombe dell’età del Rame e orientalizzanti rinvenute presso il “comparto Fogliani”, all'abitato etrusco in zona Corassori sino al monastero - ospitale di Colombaro, le cui fondamenta sono state recentemente svelate, la conferenza tenuta IERI (10 novembre) dalla dottoressa Sara Campagnari (funzionario archeologo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara) ha avuto il merito di illustrare aspetti inediti della storia di Formigine e dei suoi abitanti.

A inizio lavori, il Sindaco Maria Costi ha affermato: “Credo che la riflessione sulle nostre origini induca a sentirci sempre più parte attiva della nostra città, protagonisti di un presente figlio di un passato lontano. Condividere le scoperte archeologiche, attraverso momenti come questi, è un modo serio e concreto di onorare la memoria, non limitandoci a proteggerla ma facendone bene comune”.

Tra gli interventi, quello dell'archeologo Francesco Benassi della ditta ArcheoModena che ha condotto gli scavi a Colombaro sotto la direzione scientifica della Soprintendenza, ha rivelato nuovi particolari sul complesso monastero-ospitale e sulle sei sepolture di epoca basso-medievale rinvenute durante i lavori.

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Le recenti indagini archeologiche hanno infatti svelato la fisionomia di un grande monastero risalente al XII secolo e quindi contemporaneo alla Pieve romanica di San Giacomo Maggiore, che era luogo di sosta per i pellegrini in viaggio per Roma. Durante le ultime fasi di scavo sono state anche messe alla luce sei sepolture ubicate in un’area che all’epoca presumibilmente fungeva da sagrato.  Si tratta, con ogni probabilità, di abitanti del luogo. I corpi erano collocati in una semplice fossa terragna e la disposizione di tutti i defunti segue l'orientamento canonico est-ovest con la testa ad ovest e il volto che guardava verso oriente, simbolo della rinascita nel mondo ultraterreno. Nessun elemento era posto a corredo: l’anima, nella cultura cristiana, doveva presentarsi completamente spoglia davanti a Dio. Solo nel caso della sepoltura di un bambino, è stata trovata una moneta, elemento essenziale per la datazione dei resti.

Particolare è una sepoltura bisoma, ovvero una deposizione multipla con due defunti collocati contemporaneamente nella medesima fossa. Si tratta di un individuo femminile adulto e di un bambino di età compresa tra un anno e un anno e mezzo. Il corpo del bambino è stato adagiato in aderenza al corpo della donna, forse la madre, con la testa in prossimità del suo ventre presumibilmente in ricordo della gravidanza.

Le fondazioni del complesso architettonico del monastero – ospitale vengono protette e conservate nelle stesse condizioni in cui sono state rinvenute, come indicato dalla Soprintendenza competente. I reperti mobili e i resti antropologici vengono prelevati a fini di tutela e studio da parte degli archeologi e degli antropologi, per ricostruire la storia del luogo e dei suoi abitanti.

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