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Cronaca

Trasfusione bloccata dai genitori, "Motivi religiosi". In campo Il Tribunale dei Minori

Oltre alla diffidenza nei confronti delle conseguenze a lungo termine del vaccino anti-covid, la famiglia sassolese è contraria alla presunta presenza di cellule ricavate da embrioni umani

In tempi molto rapidi, ci si augura, il Tribunale scioglierà il dubbio sul caso di una famiglia sassolese che è arrivata allo scontro legale con l'Ospedale Sant'Orsola di Bologna circa l'utilizzo di sangue per la trasfusione necessaria all'intervento chirurgico cui deve sottoporsi il figlio piccolo, che soffre di una patologia cardiaca. Un caso che ha aperto una accesa discussione dopo essere stato portato agli onori delle cronache e che vede al centro della contesa l'utilizzo di sangue proveniente da donatori che si sono sottoposti alla vaccinazione anti-covid.

Operazione al cuore bloccata dai genitori, "Trasfusione solo con sangue no-vax"

La linea scelta dai genitori per avere ragione delle resistenze dei medici si poggia sul rispetto del credo religioso. La posizione è quella già ampiamente dibattuta negli scorsi anni - in occasione della "prima" ondata no vax rispetto all'obbligatorietà dei vaccini per la frequenza scolastica - e portata avanti da alcuni ambienti ultracattolici: la presenza nei sieri o l'utilizzo per il loro sviluppo di cellule provenienti da feti umani abortiti.

Una questione sulla quale anche il Vaticano si è espresso negli anni passati, fino ad una nota approvata dal Pontefince nel 2020, dichiarando "moralmente lecito" l'utilizzo dei vaccini. Vi sarebbe infatti un legame "remoto" tra chi utilizza il vaccino e l'utilizzo di linee cellulari conseguente all'aborto, che ovviamente la Chiesa condanna. Motivazioni che tuttavia diversi fedeli intransigenti hanno rigettato.

Aldilà delle più intime valutazioni di natura etica, il giudice tutelare sarà chiamato a prendere una decisione su basi ben differenti e legate al diritto, che mettono al centro il tema dell'accesso alle cure e della volontà di un paziente (o dei suoi tutori) rispetto alle indicazioni di natura clinica e operativa delle strutture sanitarie.

Intanto anche la Procura dei Minori di Bologna è stata interessata al caso e dovrà valutare eventuali ripercussioni per quanto riguarda la potestà genitoriale. Anche in questo caso si tratta di procedimenti di estrema delicatezza, che tuttavia seguiranno un iter slegato rispetto a quello ella questione concreta dell'intervento chirurgico.

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