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Cronaca Sacca / Strada Nazionale Canaletto Sud

Chiede un prestito, imprenditrice truffata: indaga la Polizia Postale

Gli operatori della Polpost di strada Canaletto stanno dando la caccia a un 51enne che, entrato in possesso di un carteggio contenente dati personali, ha addebitato 900 euro di telefonate sul conto di una 27enne modenese

Telefonate a sbafo per 900 euro e apparecchi telefonici non recuperati per un valore complessivo di circa 4500 euro. Per questo motivo gli operatori modenesi della Polizia Postale stanno dando la caccia da diversi mesi al 51enne milanese BU ritenuto responsabile di truffa, falso in scrittura privata e sostituzione di persona. Dopo avere addebitato diverse centinaia di euro sul conto di un'imprenditrice modenese 27enne, attiva nel mondo del design e della grafica, e dopo avere ricevuto diversi smartphone (Minipc, tre Blackberry, un Iphone e altri accessori) in seguito alla sottoscrizione di alcuni contratti con la Tim e con la Vodafone, non ha pagato il dovuto e ha fatto perdere le proprie tracce.

Le indagini hanno preso piede nel 2010, quando la modenese FS si vede recapitare la fattura di 900 euro per centinaia di telefonate effettuate in ogni angolo del globo, telefonate prodotte da diverse schede telefoniche. La giovane disconosce i contratti e le spese a lei addebitate e gli operatori della Polpost di strada Nazionale Canaletto Sud si mettono subito all'opera: all'origine di questa truffa stava un complicato passaggio di documenti e dati personali dell'imprenditrice. Subendo i contraccolpi della crisi economica, la giovane aveva chiesto aiuto in buona fede a un amico di famiglia per un prestito fornendo carta di identità, codice fiscale, dichiarazione dei redditi, composizione societaria dell'azienda e coordinate bancarie. Dall'amico di famiglia, il carteggio è passato di mano a due fratelli mantovani broker di professione, i quali lo hanno consegnato a un terzo soggetto di Brescia, loro collega, che, infine, ha dato il plico di dati personali al 51enne BU, titolare di una società fittizia attiva nel campo delle amministrazioni condominiali. Fruendo delle informazioni ricevute, l'uomo ha stipulato contratti di telefonia ricevendo schede telefoniche e apparecchi poi non pagati. Allo stato attuale, il truffatore risulta irreperibile: l'ufficio milanese della sua società è chiuso, non esistono tracce della sua attività lavorativa e gli smartphone scomparsi nel nulla, con scarse possibilità di recupero da parte delle società di telefonia raggirate.

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