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Cronaca Vignola

Finta azienda agricola e finti braccianti, scoperta frode sull'indennità di disoccupazione

Nei guai un imprenditore di Vignola e altre 13 persone residenti in Puglia, che figuravano come braccianti agricoli ma non avevano mai effettivamente lavorato- L'azienda non possedeva neppure i terreni indicati

Scoperto dai Finanzieri del Comando Provinciale di Modena un illegale e fruttuoso meccanismo di frode organizzato - in maniera tanto semplice quanto efficace - da un imprenditore di origine pugliese, da tempo residente a Vignola, il quale, servendosi della compiacenza di un prestanome, ha consentito a 13 "pseudo" braccianti agricoli di intascare indebitamente l’indennità di disoccupazione ASPI per un importo complessivo superiore a 50.000 euro.

Infatti, negli anni 2018 e 2019 l’impresa, solo formalmente intestata ad una cosiddetta “testa di legno”, con sede a Vignola, ha fittiziamente assunto e licenziato 13 braccianti agricoli con la sola finalità di consentire a questi ultimi di maturare il numero di giornate lavorative utili ai fini della presentazione della domanda per a conseguire l’indennità di disoccupazione.

Le indagini delle Fiamme Gialle hanno consentito di accertare che l’azienda, costituita per svolgere attività di coltivazione di ortaggi, non ha mai praticato alcuna attività lavorativa, nonostante avesse anche predisposto falsi contratti per la conduzione di fondi agricoli. Tuttavia le investigazioni ed i controlli incrociati svolti dai Finanzieri della Tenenza di Vignola nei confronti dei finti dipendenti, tutti residenti nel foggiano, hanno smascherato il meccanismo: nessuno dei fantomatici braccianti è stato in grado di documentare i tempi ed i luoghi dell'ipotetica attività lavorativa, sino al punto di non conoscere le generalità o gli estremi identificativi del supposto datore di lavoro.

Gli stessi terreni ove sarebbero state documentate le simulate coltivazioni, in concreto, non sono mai stati nella disponibilità della falsa azienda agricola al punto che i legittimi proprietari dei fondi erano completamente ignari che sulle proprie terre potessero operare terzi con autonomi lavoratori.

Alla luce del generale quadro accertato, dopo la completa acquisizione degli atti presso gli Enti Previdenziali e la completa ricostruzione dei fatti, a finire nei guai sono stati tutti i protagonisti della vicenda: l’organizzatore della frode, il prestanome compiacente ed i 13 beneficiari delle indennità che, in concorso tra loro, sono stati denunziati dai Finanzieri vignolesi alla competente Autorità giudiziaria. Inoltre, i “furbetti” di turno sono stati anche oggetto di distinta segnalazione ai competenti Uffici erogatori per l’avvio delle procedure di sospensione e di recupero delle somme indebitamente percepite.

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