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Cronaca

Ladri di identità per truffare compagnie telefoniche, commerciante nei guai

Coinvolto anche un modenese titolare di un negozio di telefonia nell'operazione dei carabinieri di Popoli (Pe) che stamane ha portato all'arresto di sette persone: la banda stipulava contratti con il fine di ricevere in omaggio smartphone e tablet da rivendere

Aveva complici in tutto l'Abruzzo e nella provincia di Modena la banda che, nella mattinata odierna, è stata smantellata dai carabinieri della Compagnia di Popoli, in provincia di Pescara. Complessivamente, sono state sette le persone tratte in arresto: stando agli elementi raccolti dall'Arma, l'organizzazione criminale truffava le maggiori compagnie italiane di telefonia mobile. Come? Rubando l'identità di persone e società per stipulare contratti con il fine di ricevere in omaggio smartphone e tablet da rivendere in un secondo momento. Il giro d'affari era di circa 200 mila euro, a tenere i rapporti commerciali sarebbe stato un commerciante modenese di telefonia con attività a Bologna. Nel corso dell'operazione, denominata "Hydra", i carabinieri di Popoli, hanno effettuato anche 14 perquisizioni domiciliari. Oltre 180 le persone, fisiche e giuridiche, le cui generalità sono state rubate e utilizzate per stipulare i contratti.

IL CREATORE - A capo dell'organizzazione c'era un uomo, chiamato 'Il creatore', il quale, in base alla ricostruzione, rubava l'identità di persone, ditte e società, con la complicità di impiegati della camera di commercio e stipulava contratti per la fornitura di telefonia mobile, ricevendo in omaggio smarpthone e tablet di ultima generazione, tra cui iPhone, Samsung Galaxy e Blackberry, con relativa sim card, che, grazie alla complicità di alcuni corrieri, venivano consegnati ad altri membri della banda e poi rivenduti. Le indagini, andate avanti per diversi mesi, hanno consentito di recuperare e restituire più di 120 tra smartphone, tablet e sim card, finiti anche all'estero dato che tra i complici della banda vi era un commerciante del settore residente a Modena e con attività a Bologna, il quale - secondo la ricostruzione dei carabinieri - intratteneva rapporti commerciali illegali nell'Est Europa. L'organizzazione, attraverso il servizio di home banking, apriva falsi conti correnti per la stipula dei contratti. I primi accertamenti sono scattati dopo la denuncia di numerosi cittadini che, a loro insaputa, erano intestatari di contratti telefonici, ricevendo, tra l'altro, ingenti fatture mensili relative alla fornitura del servizio.

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