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Cronaca Marzaglia / Stradello Cave Cimitero

Truffa a Marzaglia, ecco come si sono mossi i delinquenti

Si muovono in gruppo con un'auto sempre con il motore acceso per favorire la fuga e, per avvalorare la propria storia, distribuiscono biglietti da visita contenenti recapiti falsi. Segnalato nel quartiere Madonnina un tentativo di truffa simile in tutto per tutto a quello andato purtroppo a buon fine in stradello Cave Cimitero. Il racconto dei testimoni

"Li ho visti aggirarsi lungo lo stradello, hanno suonato ad alcune case, poi sono venuti anche da me: un uomo sulla 40ina, presentandosi con una pettorina arancione, mi ha spiegato che sarebbero state emesse delle radiazioni elettromagnetiche e che per gioielli ed elettrodomestici ci sarebbero stati dei problemi. Gli ho detto di lasciarmi un recapito, che l'avrei ricontattato più tardi quando ci sarebbe stata la 'misurazione': ovviamente, il numero telefonico riportato sul biglietto da visita era inesistente". Questo il racconto di Dario Fontana, un residente di stradello Cave Cimitero, via di Marzaglia che nelle scorse ore è stata teatro di una truffa da 500mila euro che ha avuto come vittime i coniugi Cavedoni. Un finto tecnico di una fantomatica ditta del fotovoltaico, con l'ausilio di due complici a bordo di una Volkswagen Passato, ha praticamente passato al setaccio tutta la via cercando di irretire i residenti: "Erano in tre - ha raccontato Fontana - e uno di loro è sceso a suonare campanelli e a cercare di parlare con qualcuno: sono venuti anche da me, ma non ho fatto entrare in casa nessuno e l'ho scampata".

Stando a quanto segnalato a ModenaToday, un tentativo di truffa molto simile sarebbe stato messa in scena anche nel quartiere Madonnina. Come raccontato da Rita Manfredini, la settimana scorsa un giovane sui 30 anni, capelli corti, dal marcato accento veneto e privo di alcun badge identificativo, ha suonato al campanello della sua abitazione mostrando una specie di cavalletto in legno (come quello da fotografi o topografi) specificando che lo strumento vero e proprio che sarebbe stato utilizzato per effettuare le misurazioni era custodito nello zaino che aveva sulle spalle: "Prima ha detto di essere mandato dal Comune per verificare i campi elettromagnetici dei vicini ripetitori, poi, capito probabilmente di non essere creduto, ha cambiato versione dicendo di far parte di uno studio tecnico incaricato dagli operatori di telefonia mobile - ha scritto - Infine, ultima versione, ha riferito di essere stato mandato da dall''Arpav'. Alla mia richiesta su cosa fosse l'Arpav, ha risposto che si trattava dell'Agenzia di tutela ambientale". Giustamente, la residente fa notare come, a sud del po, l'agenzia competente sia l'Arpa: "Mi ha risposto disorientato: 'Ah è vero che qui siamo in Emilia, mi confondo sempre con il Veneto'. A quel punto, ovviamente, ho chiuso il portone negandogli l'ingresso al condominio".

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