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Cronaca

UniMoRe, quarta tra gli Atenei medi per il Censis e ottavi in quella generale

UniMoRe ottiene ancora una volta grandi soddisfazioni vedendosi pubblicata quarta tra gli atenei medi nella Grande Guida all'Università di Censis/Repubblica. Ottimi livelli per biologia, economia, lingue, ingegneria e agraria

Anche la Grande Guida all’Università di Censis/Repubblica promuove l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia che si classifica quarta tra i medi atenei ed ottava assoluta nella classifica generale per punteggio. Decisamente valida per le strutture la fruibilità del web, UNIMORE riceve lusinghieri giudizi per quanto riguarda soprattutto la didattica, dove è al vertice in molte classi di laurea triennale e magistrali a ciclo unico.  Quarta tra gli atenei di medie dimensioni (da 10.000 a 20.000 iscritti), dietro Siena, Trento, Trieste ed una media complessiva totalizzata di 94,6 punti, che valgono all’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia l’ottavo punteggio assoluto nella graduatoria generale stilata dal Censis per conto del quotidiano Repubblica i cui risultati sono stati raccolti e pubblicati nella Grande Guida Università 2014/2015. 

MODENA OTTIME STRUTTURE E BUONA INTERNAZIONALIZZAZIONE. Questa la valutazione redatta sulla base di 5 macro indicatori (servizi, borse di studio, strutture, posti nelle biblioteche e nei laboratori, web e internazionalizzazione). I parziali assegnati all’UNIMORE risultano ottimi per quanto riguarda le strutture (109 punti), che è il punteggio più alto raggiunto da un ateneo pubblico, al pari con la Bocconi ed il San Raffaele (110) che fa appena meglio ma sono privati, ed anche relativamente al web (104 punti), che la colloca al quinto posto assoluto, dietro a Bologna (110), Padova (110), Torino statale (109) e Roma Sapienza (108), a pari merito con le sorelle di Perugia e delle Marche. Buono anche il giudizio riguardante il grado di internazionalizzazione (92), che collocano l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia al sedicesimo posto assoluto, e quello che si riferisce alla erogazione di borse di studio, comprensivo di collaborazioni 150 ore, premi di studio e contributi per trasporti e altri sussidi, che vale all’ateneo il diciassettesimo posto assoluto. Meno lusinghiero il punteggio raccolto per i servizi che la vedono scendere oltre il trentesimo posto in classifica.

DIDATTICA ECCELLENTE PER BIOLOGIA, ECONOMIA, INGEGNERIA , LINGUE E AGRARIA. Il quotidiano e l’istituto di statistica, poi, hanno stilato anche classifiche distinte per raggruppamenti disciplinari sulla qualità didattica e per aree di ricerca. Nel primo caso (didattica) si sono considerati gli abbandoni tra il primo ed il secondo anno. Nel secondo (ricerca) risultante da unità di ricerca finanziate dal Programma di Ricerca di Interesse Nazionale nel triennio 2009-2012 in rapporto ai docenti di ruolo. Decisamente incoraggiante la valutazione che emerge per UNIMORE dai parametri di didattica che la collocano al vertice assoluto per quanto riguarda le lauree triennali del gruppo disciplinare geo-biologico, e medaglia d’argento nei gruppi delle lauree triennali di ingegneria, agrario-veterinarie, economico-statistiche e linguistiche, nonché medaglia di bronzo nel gruppo delle lauree triennali delle professioni sanitarie. E ancora secondo gradino per le magistrali a ciclo unico in Farmacia e Farmacia industriale e terzo per la magistrale a ciclo unico in Giurisprudenza. 

Credo – afferma il Rettore prof. Angelo O. Andrisano -  che il nostro ateneo esca ancora una volta promosso. Siamo ai vertici nella didattica grazie alla eccellente ospitalità delle nostre strutture, che si accompagna ad una forte attenzione sul diritto allo studio e per quanto riguarda la comunicazione con gli studenti. Ci penalizza in questa classifica la posizione raccolta dai nostri gruppi di ricerca. Questo deve sollecitarci anche rispetto al MIUR ad avere una più attenta considerazione riguardo alla cosiddetta terza missione degli Atenei, ovvero al livello di disseminazione e trasferimento della ricerca universitaria a favore di progetti avviati in collaborazione col territorio, che concorrono a far salire a circa 30 milioni di euro l’ammontare complessivo delle risorse raccolte per ricerca, corrispondenti al 20% del nostro bilancio. Pertanto, vista la scarsità di risorse a disposizione in ambito nazionale per la ricerca, credo sia più corretto che la produttività scientifico-tecnologica di un Ateneo sia misurata anche in ragione dei finanziamenti non pubblici raccolti, e non solamente dalla esiguità di risorse messe in campo dal Governo. UNIMORE deve trovare finanziamenti maggiori per incoraggiare soprattutto i giovani ricercatori ed implementare le scuole di dottorato”.    

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