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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Contrasto alla cimice asiatica, Unimore chiede l'aiuto dei cittadini nella ricerca

Proseguono gli studi sulla cimice Halyomorpha Halys  che secondo studi condotti dai ricercatori del Dipartimento di Scienze della Vita di Unimore in collaborazione con il Servizio Fitosanitario dell’Emilia Romagna  sta ormai colonizzando in maniera massiva le campagne non solo dell’Emilia

La Halyomorpha halys, l’ormai nota cimice di origine asiatica che da alcuni anni ha raggiunto il territorio italiano (Nord Italia in particolare), colonizzando le campagne e in parte le abitazioni, rivela una enorme potenzialità invasiva, tanto che ora a sostegno del contrasto verso questo insetto giunge un finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e delle Cooperative ortofrutticole modenesi, finalizzato al progetto di studio coordinato dal prof. Roberto Guidetti e dalla dott.ssa Lara Maistrello di Unimore – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia per l’elaborazione di strumenti innovativi utili alla gestione sostenibile di questo insetto che ne implementino il monitoraggio e che potrebbero essere utilizzati efficacemente per catture di massa. 

La capacità invasiva di questo insetto è molto ben attestata – tra l’altro dagli approfonditi studi, che sta conducendo su di essa il gruppo di lavoro coordinato dalla  dott. ssa Lara Maistrello, entomologa, ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze della Vita di Unimore.
 
Secondo i ricercatori Unimore che, per primi, la individuarono sul territorio italiano nel 2012 durante una raccolta di insetti a scopo didattico in provincia di Modena, l’Halyomorpha Halys minaccia di diventare una vera calamità per l’agricoltura italiana. Questo perché dimostra una notevole resistenza: la percentuale di cimici che sopravvive al periodo invernale si attesta, infatti, a oltre il 20 percento ed è alta la sua capacità riproduttiva con due generazioni ogni anno e diversi stadi di sviluppo durante l’estate. Inoltre, la possibilità di controllo da parte di antagonisti naturali autoctoni è attualmente irrilevante, così come quella attraverso la lotta chimica che è scarsamente efficace anche a causa della notevole mobilità soprattutto nei giovani adulti.

Lo conferma anche un documento stilato durante l’ultima conferenza stato-regioni, dove  - tra l’altro - si cita l’impegno di Unimore sul fronte dello studio e del contrasto alla diffusione di questo insetto condotto insieme al Servizio Fitosanitario dell’Emilia Romagna ed i Consorzi Fitosanitari di Modena e Reggio Emilia.

Nell’estate appena trascorsa, complice anche il clima caldo umido, si è assistito ad una vera e propria esplosione della popolazione di Halyomorpha halys con ingenti perdite di raccolto nel modenese (fino all’80 percento) con frutti deformi, soprattutto sul pero, coltura molto importante per l’economia agricola locale. Inoltre sono ampi i timori per le manifestazioni del danno post-raccolta (pere in frigoconservazione apparentemente integre, che al momento del consumo mostrano colorazioni e consistenze alterate). L’Italia è il primo paese in Europa in cui Halyomorpha halys sta iniziando a causare danni consistenti alle colture.

Nel frattempo il consiglio che giunge dai ricercatori Unimore alla cittadinanza è  di intervenire ciascuno nelle proprie case procedendo alla raccolta e all’eliminazione delle cimici tramite mezzi fisici (annegamento in acqua saponata), evitando il ricorso a insetticidi, come indicato nella comunicazione realizzata in collaborazione con il Servizio Fitosanitario Regionale dell’Emilia Romagna. Per ulteriori informazioni e segnalazioni contattare: lara.maistrello@unimore.it oppure mbariselli@regione.emilia-romagna.it. 

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