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Cronaca

Unimore, Sergio Paba si candida alla carica di Rettore

Il professore di economia, sassarese, 59 anni di età, ha ufficializzato la propria candidatura quale successore Aldo Tomasi presentando un "progetto per rilanciare l'Ateneo"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ModenaToday

L'influenza, il prestigio, la visibilità di UNIMORE può essere molto maggiore di quanto non sia stata finora. La sua capacità di proposta e iniziativa, sia a livello regionale che nazionale, deve essere all'altezza della sua tradizione, del suo ruolo, delle sue ambizioni. Il nuovo rettore dovrà incarnare questa missione e ridare un forte impulso e vigore a un tradizione secolare di formazione e ricerca. Con un mandato del rettore di sei anni, vi è lo spazio per proporre progetti di sostanziale miglioramento nella capacità di attrazione, nella qualità della ricerca e della formazione, nei servizi agli studenti, nell'organizzazione amministrativa e nel benessere del personale, con un’attenzione alle migliori pratiche in Italia e in Europa. Il fine ultimo è migliorare sensibilmente il prestigio e la posizione di UNIMORE nel sistema universitario italiano e assegnare al nostro Ateneo un ruolo di primo piano nello spazio europeo della ricerca e della formazione.

GOVERNO E AMMINISTRAZIONEOccorre una profonda modificazione nel modo di operare e negli stili di governo e di amministrazione, al centro come nelle strutture periferiche. Vi è bisogno di una gestione più professionale e meno approssimativa dell’Ateneo, più adatta alla complessità della nostra struttura, avendo cura di salvaguardare i fondamentali principi di partecipazione dal basso e di trasparenza delle procedure e delle decisioni.

PERSONALE - Per cambiare in meglio l’amministrazione, c’è bisogno di una politica attenta al personale tecnico-amministrativo e alle sue esigenze. Bisogna riconoscere la qualità e l’impegno del personale anche attraverso adeguati incentivi monetari e integrazioni stipendiali. In particolare, occorre aumentare sensibilmente la dotazione del Fondo Comune di Ateneo. Bisogna procedere a una revisione del sistema di valutazione del personale, ponendo l’accento sulla qualità dei servizi resi dalla struttura di appartenenza, piuttosto che sul singolo individuo. Occorre riformare il sistema di formazione del personale, per garantire a tutti l’aggiornamento sufficiente per la progressione economica e concentrare le risorse su fabbisogni formativi specifici.

DIPARTIMENTI Occorre dare ai dipartimenti ampia autonomia organizzativa e gestionale. Occorre rivedere il meccanismo di distribuzione interna delle risorse e studiare un meccanismo per restituire ai dipartimenti una parte delle entrate che essi stessi contribuiscono a procurare per il finanziamento dell’ateneo nel suo complesso. Lo scopo è fornire degli incentivi ai dipartimenti per migliorare le proprie attività didattiche, di ricerca e di terza missione e contemporaneamente beneficiare l’ateneo con maggiori entrate.

RETE DI SEDI - La sede di Reggio è crescita notevolmente negli anni. Reggio, tuttavia, soffre di una distribuzione del personale e delle risorse che non rispecchia adeguatamente il valore e la reale attività dei Dipartimenti e della sua struttura amministrativa di sede. Occorre che l'ateneo investa specifiche risorse per garantire alla sede di Reggio pari opportunità di sviluppo.

TRASPARENZA E PARTECIPAZIONE - La buona amministrazione non ha nulla da nascondere: l'azione degli organi deve essere improntata alla massima trasparenza, sia all’interno che all’esterno dell’Università. Occorre favorire la partecipazione attiva di tutte le componenti dell’Ateneo alle decisioni nei vari organi e nelle varie strutture: docenti, ricercatori, personale TA, studenti.

STUDENTI E DIDATTICA - Bisogna lavorare per una maggiore qualità ed efficacia dei corsi di studioOccorre introdurre e sperimentare metodologie di formazione che mettano al centro lo studente e la sua esperienza formativa e che prevedano una partecipazione più attiva e critica degli studenti alle lezioni attraverso attività didattiche maggiormente centrate sul “fare” e non solo sull’“ascoltare”. Occorre progettare una strategia di lungo periodo per aumentare sensibilmente la capacità di attrazione di studenti da altre regioni e nazioni per attrarre i migliori talenti, soprattutto per le lauree magistrali. Circa il 44% dei nostri studenti si laurea fuoricorso. E’ una percentuale inferiore alla media nazionale, ma una parte rilevante dei nostri laureati entra nel mercato del lavoro troppo avanti negli anni e a costi elevati per le famiglie. Ridurre sensibilmente il numero degli studenti fuoricorso deve diventare una priorità strategica per l’Ateneo.

DIRITTO ALLO STUDIO - Le tasse e i contributi degli studenti sono troppo elevati in rapporto al finanziamento statale. Non è giusto compensare i tagli al FFO aumentando le tasse agli studenti. L’impegno per i prossimi sei anni è contenere la pressione fiscale sugli studenti. Occorre ridurre le tasse attraverso una maggiore equità: aumentando il numero delle fasce di contribuzione e riducendo i contributi per le fasce di reddito più basse. Modena e Reggio Emilia presentano una percentuale di laureati sulla popolazione giovanile tra le più basse d'Italia. Le prospettive di sviluppo dipendono anche da questo. Occorre progettare opportuni interventi per favorire un sensibile aumento della partecipazione dei giovani all’Università.

RICERCA E DOTTORATI - Occorre sostenere, rafforzare e promuovere i gruppi di ricerca che hanno il potenziale per essere leader in Italia e distinguersi a livello internazionale. Con Horizon 2020, l’Unione europea ha stanziato 80 mld di euro per la ricerca. Con opportune politiche di sostegno, bisogna accrescere il numero di nostri ricercatori che partecipano ai bandi europei e migliorare le loro possibilità di successo. Bisogna rafforzare ulteriormente le nostre attività dedicate all’innovazione e al trasferimento tecnologico al sistema delle imprese. Il futuro del sistema economico della Regione dipende in gran parte da questo. La Regione avrà un ruolo sempre maggiore nel sostegno alle università e alla ricerca. Occorre impegnarsi a fondo perché la Regione finanzi tutta l’attività di ricerca, anche quella di base, e non solo il trasferimento tecnologico. Un ateneo che fa ricerca è un ateneo che si impegna a fondo nella formazione alla ricerca attraverso i corsi e le scuole di dottorato. E’ questo un punto di particolare fragilità del nostro Ateneo. Occorre invertire la rotta, e porre lo sviluppo e il rafforzamento del dottorato come una priorità strategica dell’Ateneo, anche promuovendo corsi di dottorato insieme al sistema delle imprese, analogamente a quanto avviene nel resto dell’Europa.

INTERNAZIONALE - La ricerca è per definizione internazionale. Occorre potenziare gli scambi e la mobilità di docenti internazionali e incoraggiare il reclutamento di docenti e ricercatori che operano o si sono formati all’estero. I flussi di studenti internazionali stanno crescendo in maniera esponenziale. UNIMORE ha fatto molto in questi anni per attrarre questi studenti, soprattutto sul versante della Cina e più recentemente del Brasile, con ottimi risultati. Molto può essere ancora fatto con una strategia di lungo periodo e di ampio respiroPer accrescere le potenzialità di attrazione, bisogna progettare un insieme di corsi di studio in lingua inglese in alcune delle discipline più richieste a livello internazionale, come quelle ingegneristiche ed economico-aziendali. E’ inoltre opportuno prevedere dei pacchetti coordinati di insegnamenti in lingua inglese nei diversi dipartimenti per potenziare le possibilità di scambi Erasmus con atenei anglofoni del nord Europa. Occorre infine rafforzare il carattere internazionale dei dottorati di ricerca, dove massima è la mobilità internazionale.

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