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Cronaca Sassuolo

Ergastolo per Vittorio Miani: premeditò assassinio di Franco Gatti

Vittorio Miani, 74 anni, è stato riconosciuto colpevole dell'omicidio volontario dell'amico ed ex socio Franco Gatti, ucciso a fucilate e trovato in un pozzo il 2 agosto 2010 nel reggiano

Ergastolo. Questa la condanna inflitta a Vittorio Miani, 74enne riconosciuto colpevole dell'omicidio volontario dell'amico ed ex socio Franco Gatti (foto), 60 anni, commerciante di ceramiche sassolese, ucciso con due colpi di fucile e trovato in un pozzo il 2 agosto 2010 a Sant'Antonino di Casalgrande, in provincia di Reggio Emilia. Il corpo si trovava vicino all'abitazione dell'assassino.

GIUSITIZIA - La sentenza, emessa ieri dal Tribunale di Reggio Emilia, è stata commentata con una lettera firmata dalla vedova della vittima, Giordana Notari, e dalle due figlie, Elisabetta e Daniela: "Finalmente la verità è uscita allo scoperto e la Giustizia ha fatto il suo corso, in una maniera esemplare - hanno scritto le tre donne - A soli due mesi dall'inizio del processo la sentenza ci lascia la soddisfazione della risoluzione veritiera di una tragica vicenda, che non potrà mai restituirci la persona che per noi era e rimane la colonna portante della nostra vita. Ringraziamo con estrema riconoscenza dell'ottimo operato il pm Katia Marino, i Carabinieri di Sassuolo e di tutti i loro colleghi che hanno partecipato attivamente e con professionalità e fermezza al risultato ottenuto. Un ringraziamento speciale ai nostri difensori, gli avvocati Andrea Zunarelli, Barbara Righini e Lorenzo Muracchini, per la loro alta professionalità e per il sostegno morale".

VENDETTA - Le tre donne hanno poi rivolto il pensiero al 74enne condannato all'ergastolo: "A Vittorio Miani - hanno scritto - vogliamo esprimere il nostro rammarico in un atteggiamento che, dall'inizio del processo, è stato estremamente sentito e visto come un prosieguo di una vendetta personale e mirato ad 'aggrapparsi a tutto, comprese le falsita' dette, pur di saltarci fuorì. Non abbiamo mai notato un suo pentimento, un cedimento personale o un atteggiamento di preoccupazione. Il debito che Miani diceva di vantare nei confronti di Franco Gatti è risultato essere un semplice prestito soci mai restituito per motivi di fallimento societario e, per questo, mai riconosciuto contabilmente come debito, dal commercialista fiduciario della ditta. Tale convinzione opprimente di Miani lo ha poi portato, a distanza di anni, al gesto estremo che ha compiuto. Questa è la pura verità! Ora continueremo - conclude la lettera - il nostro cammino a testa alta, volgendo i nostri occhi al cielo, verso colui che ci illumina costantemente con la sua forza, il suo sorriso e la sua estrema bontà". Miani sconterà la pena ai domiciliari essendo troppo anziano per andare in carcere. I suoi difensori hanno annunciato ricorso in appello.

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