Vivere Modenese | I 3 dolci da mangiare a Modena a Dicembre
Quali sono i dolci della cucina modenese che appartengono per tradizione al mese di Dicembre? Un itinerario gastronomico alla scoperta delle prelibatezze della nostra terra e della loro origine
La cucina modenese offre diversi dolci per questo mese di Dicembre che per chi è un buon gustaio certo non può perdersi. Racconteremo la storia e le origini di questi dolci legati al freddo e alle antiche tradizioni della nostra terra:
IL BENSONE. Il belson ha origini medioevali, già nel XIII secolo era presente nella comunità modenese e il 1° Dicembre, durante il giorno di Sant'Eligio, patrono dei fabbri e degli orafi, la comunità modenese lo offriva in dono alla Corporazione di questi artigiani. C'è invece chi dice che abbia origini nella Bassa Modenese e ch eil suo nome deriverebbe dalla sua composizione di crusca, infatti il nome Belson o Busilan ha un'etimologia suggestiva in quanto viene legata alla ritualità della sua presenza sulla tavola in certe occasioni religiose, come per esempio il Sabato Santo. Forse deriva dal francese "pain de bendson" che si riferirebbe alla presenza tra gli ingredienti della crusca, infatti era tipico dei dolci dell'epoca usare farina non setacciata.
LA TORTA BAROZZI. Quando si parla di Eugenio Gollini non si può non parlare della Torta Barozzi, l'oggetto del desiderio di molti palati italiani che lo ha reso famoso. Gollini era uno sperimentatore di ricette e amava mischiare e rimischiare gli ingredienti, cercando il giusto quantitativo di dosi e la perfezione del prodotto. Meticoloso e preciso, Eugenio riuscì alla fine del suo lungo lavoro a sfornare la "Torta Nera". Sì il nome originario era proprio Torta Nera. Il nome Torta Barozzi venne assegnato al prodotto di Gollini solo nel 1907, durante il quarto centenario della nascita di Jacopo Barozzi, detto "Il Vignola", anche se inizialmente si chiamava "Pasta Barozzi". Pochi sanno che il nome "Torta Barozzi" fu sì registrato da Eugenio Gollini come marchio, ma non fu lo stesso Eugenio che la inventò, bensì il nipote omonimo che pensò bene di difendere quel prodotto così amato dall'attacco di chissà quale pasticciere concorrente.
LA SPONGATA. Il termine spongata sembra derivare dalla parola "spugna", che è certamente legato alla consistenza del ripieno o alla superficie che prima della cottura viene bucherrellata. C'è però chi la fa derivare anche da una particolare lavorazione dello zucchero da cui si ottiene lo zucchero spongato o a roccia che è quello, per esempio, con cui si fa il carbone dolce. Quella del miele era una mania degli etruschi, con cui erano soliti addolcire il vino, non di eccelsa qualità, insieme all'orzio. Infatti è noto che gli etruschi soffrivano di piorrea e di paradentosi, malanni generati da un’alimentazione con cibi ad alto contenuto calorico. Infatti, è probabile che fosse già diffusa al tempo dei romani. Tuttavia, la prima testimonianza scritta sulla spongata risalgono al XV secolo e si tratta di una lettera scritta nel 1454 dal Generale di Parma per Francesco Sforza, il duca di Milano. Il Generale aveva mandato al duca una serie di doni, tra cui la Spongata, che era ritenuta un cibo propiziatorio. Fu solo l'inizio del successo di quel dolce che presto raggiunse altri palati illustri come quelli del Magnifico Borso d'Este, della Badessa Eleonora D'Este e del duca di Ferrara.