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Cronaca Sassuolo

Spara al poligono con la divisa della Croce rossa e diventa un caso

Alcune foto scattate lo scorso settembre ritraggono un operatore Cri con tanto di uniforme impegnato al tirassegno di Sassuolo con diverse armi da fuoco: il caso verrà affrontato dal commissario nazionale dell'organizzazione

Facile come sparare sulla Croce Rossa. Un adagio che non vale a Sassuolo perché qui, nella città del Campanone, la Croce Rossa risponde al fuoco! È proprio il caso di dirlo viste le fotografie di cui è entrato in possesso ModenaToday: un operatore del corpo militare della Croce Rossa Italiana, componente ausiliaria che a dispetto del nome non è armata, ritratto al tirassegno di Sassuolo il 9 settembre scorso mentre imbraccia armi da fuoco indossando l'uniforme ufficiale. Il soggetto in questione è M. M., formiginese, 51 anni, che, con mano ferma e sguardo sicuro, afferra pistole e fucili d'assalto per tirare verso il bersaglio sotto lo sguardo attento dell'istruttore.

Le fotografie sono state pubblicate lo scorso autunno sul profilo Facebook di M. M. giusto il tempo utile perché potessero essere notate da qualche volontario sassolese della Cri per poi essere frettolosamente rimosse: gli scatti sono stati segnalati agli organi competenti dell'organizzazione e, successivamente, è partito l'iter per un'eventuale sanzione disciplinare che potrebbe anche contemplare la radiazione. Interpellato sull'accaduto, Giuseppe Cavalieri, presidente Cri Sassuolo, si è trincerato dietro il massimo riserbo: "Come da regolamento - ha spiegato -  c'è un procedimento disciplinare in corso a livello nazionale a Roma. Non sono autorizzato a rilasciare dichiarazioni", ha tagliato corto. Sibillino, ma non troppo, è stato Francesco Rocca, commissario nazionale dell'organizzazione umanitaria: "Qualcuno ha scambiato la Croce Rossa Italiana per un circolo di caccia", ha affermato ieri su Facebook dal suo profilo personale.

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