rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia Caduti in Guerra / Viale Caduti in Guerra

Poic, Sabattini: “Aziende modenesi per realizzare i centri commerciali”

La Provincia mette le mani avanti: "Il piano non si può congelare. E poi si parla di progetti ancora sulla carta". Diminuite le cubature per gli insediamenti di Modena, Formigine e Soliera

Il nuovo piano commerciale della Provincia (Poic) continua ad essere ‘rivisto’ alla luce del fuoco incrociato tra associazioni di categoria e comuni interessati. Nel prospetto degli insediamenti concordati, infatti, le cubature dei futuri, possibili, centri commerciali continuano a diminuire un po’ ovunque (un terzo in meno rispetto all’ipotesi iniziale). “Perché si dovevano risolvere alcune criticità sollevate dalle associazioni” dice il presidente Emilio Sabattini. Così gli enti locali hanno ‘rinunciato’ a 6 mila metri quadrati complessivi di superfici di vendita per “aprire un dialogo serio” con quanti avevano aspramente criticato la ‘concessione selvaggia’ per la costruzione dei nuovi poli. “Ma il Poic non si può congelare” dice Sabattini. “Il motore lo abbiamo acceso e adesso non si spegne”.

REVISIONI - I cambiamenti sono tanti: da una parte c’è l’impegno a rivedere la destinazione commerciale di tutte le zone inserite nel Poic (200 mila metri in tutto), finora non decollate, e anche quello di destinare parte degli oneri di urbanizzazione al sostegno dei cosiddetti ‘centri commerciali naturali’ (ovvero, ad esempio, i centri storici) e all’insediamento di piccole attività di vicinato. Sabattini promette anche che “dove sarà possibile i lavori di costruzione dei nuovi poli commerciali saranno affidati ad aziende modenesi”. Il percorso di definizione del Poic, però, non è ancora ultimato. Entro l’estate arriverà infatti una prima volta sui banchi del Consiglio provinciale, per essere approvato definitivamente, questa la previsione, entro la fine dell’anno. “Siamo di fronte a scelte importanti – sostiene il presidente della Provincia di Modena – ma che prenderanno vita, solo in via ipotetica, nei prossimi 5 anni. Quindi le polemiche sono da mettere da parte: come istituzione siamo obbligati a fare un piano di previsione in vista di una nuova (agognata) crescita dei consumi. Se non ci muoviamo adesso rischiamo di non essere pronti al momento opportuno”.

SOLIERA – Tra i cambiamenti più importanti il fatto che è stata dimezzata la possibilità di ‘trasferimento’ nel settore alimentare per il centro commerciale previsto ad Appalto di Soliera. All’interno dei 5 mila metri già concessi per un polo non alimentare (costo totale dell’opera 25 milioni, per oneri di costruzione pari a 1 milione e 100 mila euro, già incassati dal Comune), alla fine vengono inseriti 1500 metri di alimentare, ma la possibilità di trasferire altri 1000 metri di attività alimentari da una struttura già esistente (in uno dei comuni delle Terre d’Argine) si dimezza, rispetto alla richiesta di partenza, a 500 metri.

IMPATTO - “Nessun impatto negativo sul tessuto delle piccole imprese” assicura quindi l’assessore Daniela Sirotti Mattioli. “Siamo consapevoli delle difficoltà dovute alla crisi – incalza Sabattini – e per questo abbiamo studiato un Poic che mantenga il più possibile l’equilibrio esistente nella rete commerciale”. Comunque, per non sbagliare, una prima importante scelta c’è: fino alla costruzione dei più significativi e nuovi sistemi di viabilità (Cispadana, bretella di Campogalliano-Sassuolo ecc.) non verrà data nessuna nuova concessione per la costruzione di aree commerciali a vocazione alimentare di medie e grandi dimensioni. “La normativa europea, però, non consente di fare una ‘moratoria’ come hanno chiesto le associazioni di categoria” avverte la Provincia. “Ricordo, prosegue Sabattini, che le superfici alimentari previste ad oggi sono appena due: una è l’ampliamento (arriverà a 4 mila metri quadri) della Coop ex Bonollo di Formigine e l’altra riguarda il centro commerciale di Soliera.  

COMUNI – A Campogalliano l’ampliamento del centro previsto di 3341 metri passa a 2341 metri; a Formigine il non alimentare viene ridotto di 500 metri mentre resta invariato l’aumento dell’alimentare (1030 metri). Il polo di via Morandi, a Modena, passa invece da 10 mila a 7 mila metri quadrati di superficie di vendita, con l’aggiunta di 2 mila metri di galleria da destinare ad esercizi di vicinato, gestiti direttamente dalle associazioni di categoria. Invariati i progetti di Castelfranco, Sassuolo e Finale Emilia.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Poic, Sabattini: “Aziende modenesi per realizzare i centri commerciali”

ModenaToday è in caricamento