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Economia

Lavoro, dietro ai voucher mondo sommerso di abusi e irregolarità 

Lavoro stabile mascherato, "creste", periodo di prova. La denuncia arriva ancora una volta dalla Cgil di Modena, che in questi mesi ha seguito diversi casi limite. In provincia ne sono stati venduti ormai 3 milioni in un anno

La vicenda dei lavoratori a voucher chiamati a sostituire i lavoratori in sciopero del ristorante Flunch ha acceso un riflettore su un fenomeno, quello dei buoni lavoro, che ha ormai raggiunto un livello di criticità preoccupante. L'enorme diffusione di questo strumento, anche nella provincia di Modena, fa si che siano tanti i casi di abuso, come segnala la Cgil.

Alla fine della scorsa estate, ad esempio, il sindacato modenese denunciò, assieme alla Fiom, il caso di un gravissimo infortunio sul lavoro occorso ad un giovanissimo operaio metalmeccanico pagato a voucher da un'azienda della nostra provincia.  Il lavoratore in questione non era presente in azienda in modo occasionale, ma svolgeva stabilmente da alcuni mesi la sua attività di lavoro presso quell'azienda e ogni settimana riceveva il pagamento in voucher.  Con una particolarità: in alcuni casi il pagamento ricevuto era addirittura inferiore al valore dei voucher, sui quali veniva effettuata una vera e propria "cresta". Fenomeno che comunque abbiamo riscontrato anche in altri casi. Su questa complessa vicenda la Cgil di Modena sta valutando, assieme ai propri legali, le modalità per una vertenza legale.

Altri casi di abuso sono stati segnalati nel tempo da lavoratori che si sono presentati nei nostri uffici. Abbiamo così conosciuto il caso (analogo a quanto detto sopra) di una associazione che offre lezioni e ripetizioni pomeridiane a studenti, i cui collaboratori -  pagati a voucher - percepiscono un compenso orario inferiore al valore nominale dei buoni lavoro: in pratica, anche in questo caso, una vera e propria cresta sui voucher, realizzata attraverso il pagamento in contanti della prestazione di lavoro e con la riscossione dei buoni da parte del datore di lavoro. 

Altro fenomeno è poi quello dei voucher utilizzati come strumento (e pretesto) di pagamento per il periodo di prova. In sostanza, vi sono aziende che anziché assumere il personale con un regolare contratto e rispettare i termini dei periodi di prova previsti dai contratti nazionali di categoria, arruolano lavoratori sostenendo di aver bisogno di verificarne le competenze attraverso un periodo di prova pagato appunto con i buoni lavoro. In questo modo non vi è nessuna garanzia per il lavoratore e il periodo di "prova" rischia, nei fatti, di durare un tempo indeterminato. 

Vale la pena ricordare che nel corso del 2015 in provincia di Modena sono stati venduti 2.560.685 voucher, mentre nei primi 6 mesi di quest'anno eravamo a quota 1.503.729. E che sono utilizzati praticamente in tutti i settori produttivi. Numeri che fanno prevedere che il dato finale per il 2016 si aggirerà verosimilmente attorno ai 3 milioni di buoni lavoro per la nostra provincia.  "Fenomeni che raccontano di un mondo del lavoro ostaggio di scelte politiche e legislative che stanno rivelando tutta la loro dannosità e rappresentano l'ennesima, gravissima, conferma del livello di degenerazione di uno strumento che è ormai diventato il simbolo negativo, il feticcio, della manomissione dei diritti e della dignità del lavoro", chiosa la Cgil Modena.

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