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Aceto balsamico dal Trentino, si apre un altro caso di concorrenza

E' la politica modenese a chiedere chiarezza, anche con un'interrogazione parlamentare, sul titolo di "aceto balsamico" che verrebbe conferito al prodotto trentino. Per il Consorzio modenese non ci sarebbero gli standard di produzione necessari

Occorre subito "fare chiarezza sul corretto utilizzo di termini connessi a uno specifico prodotto caratterizzato dal marchio Igp". Lo esige Gian Carlo Muzzarelli, presidente della Provincia e sindaco di Modena, commentando l'ipotesi di inserimento del marchio "Aceto Balsamico Trentino" nell'elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali, in corso di revisione da parte del ministero delle Politiche agricole. 

Anche il prodotto trentino, dunque, vuole fregiarsi del titolo di "aceto balsamico": è in corso, infatti, la 27esima revisione annuale dell'elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali e tra le imminenti novità ci sarebbe proprio l'introduzione dell'"Aceto balsamico trentino" che, nella denominazione, richiama i prodotti emiliani tutelati: l'aceto balsamico tradizionale di Modena Dop, quello Reggio Emilia (sempre Dop) e l'aceto balsamico di Modena Igp. 

Intanto, sono i deputati modenesi Pd Davide Baruffi e Manuela Ghizzoni a portare all'attenzione del ministro l'eventualità che, con l'attuale revisione annuale in corso, venga inserito nell'elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali il cosiddetto "aceto balsamico trentino", i cui metodi di produzione, secondo lo stesso Consorzio di tutela dell'aceto balsamico di Modena, non rispecchierebbero i requisiti stabiliti dal relativo decreto ministeriale. 

"Il Consorzio di tutela dell'aceto balsamico di Modena- spiegano Baruffi e Ghizzoni- chiamato a esprimere le sue osservazioni nel corso dell'istruttoria ministeriale, contesta il fatto che le metodiche di produzione del cosiddetto aceto trentino rispecchino i requisiti previsti dallo specifico decreto ministeriale del 1999 che fa rientrare nell'elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali solo quelli le cui metodiche siano praticate 'in maniera omogenea e secondo regole tradizionali e protratte nel tempo, comunque per un periodo non inferiore ai venticinque anni'. è per questo- aggiungono i parlamentari modenesi- che abbiamo deciso di portare la questione sul tavolo del ministro Martina".

Tra l'altro, sono ancora in corso alcune vertenze giudiziarie sul corretto uso dei termini "aceto balsamico" e "balsamico" per prodotti comparabili all'Igp modenese il cui esito potrebbe incidere direttamente sulla questione della corretta denominazione del prodotto trentino. "La Corte di giustizia dell'Unione europea- concludono Baruffi e Ghizzoni- ha stabilito che sia il giudice nazionale a decidere sull'uso legittimo di singoli elementi di una denominazione composta, sulla base anche della normativa comunitaria.
In attesa delle decisioni di merito, riteniamo opportuno che la denominazione 'aceto balsamico trentinò non venga inserita nell'elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali, aprendo il varco a possibili fraintendimenti nelle scelte del consumatore finale con i prodotti della tradizione emiliana cosi' apprezzata nel mondo".

(DIRE)
 

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