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Economia

Appalti pubblici, 9 su 10 sono aggiudicati con il massimo ribasso

Protocollo e Osservatorio sugli appalti stanno entrando a regime, ma le prassi consolidate sono ancora dure a morire. La Cgil denuncia una volta di più l'eccessivo ricorso alla "scommessa sul massimo sconto"

Meno di due mesi fa è stato sottoscritto a Modena un importante Protocollo fra la Regione e gli Enti Pubblici modenesi, che costituiscono l'Osservatorio Provinciale Appalti, per migliorare il monitoraggio sulla struttura societaria delle imprese appaltatrici ed avere su Internet la mappa precisa dei cantieri. Un passo avanti significativo in un'ottica di legalità e trasparenza, soprattutto con il collegamento tra Prefetture e Sistema telematico regionale di controllo sui lavori SITAR, che però ancora non convince tutti.

É Franco Zavatti, coordinatore legalità e sicurezza della Cgil Modena e regionale, che mette in luce come, dopo aver analizzato i dati relativi ai lavori pubblici appaltati nei primi 5 mesi 2013 in provincia, vi sia ancora una “netta divaricazione fra gli obiettivi indicati e le prassi amministrative tuttora troppo consolidate”.

In particolare, a proposito degli appalti ancora affidati con lo sbrigativo criterio del massimo ribasso, in una procedura negoziata senza bando. Sui circa 210 lavori assegnati in questi primi mesi nel modenese - per un valore di circa 60 milioni di euro – solo uno su quattro è ad oggi registrato ed è perciò leggibile il "criterio di assegnazione". Ragionando però su questo dato, seppur parziale ma significativo, si rileva che solamente l'11% del numero degli appalti è stato assegnato con l'auspicato e più sicuro sistema dell’offerta economicamente più vantaggiosa e per un ammontare al di sotto dei 3,5 milioni: prevale nettamente il metodo della scommessa sul massimo sconto.

“Sappiamo molto bene – spiega Zavatti – che l'emergenza terremoto ha inevitabilmente spinto per tempi rapidi e procedure urgenti. Si segnalano però, all'interno del dato parziale già richiamato della cinquantina di appalti registrati, ben una ventina di appalti - per un ammontare di oltre 4,5 milioni - assegnati con ribassi superiori al 20%. E non sempre si tratta di lavori urgenti riferibili alla ricostruzione post-sisma”.

É però una prassi di gestione amministrativa che “va rapidamente modificata”, suggerisce nuovamente il sindacalista Cgil, insieme al superamento degli appalti gestiti da ogni singolo Ente, costituendo le Stazioni Uniche appaltanti a livello delle Unioni Comunali, “nell'interesse della trasparenza e della minor esposizione ai rischi di favorire la concorrenza sleale/sospetta delle imprese capaci di abbattere i prezzi oltre il lecito”.

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