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Carne lavorata da 'facchini', tante perplessità sugli appalti modenesi

E' ancora una volta la Cgil a denunciarela pratica del cambio di appalto "cronico" che hetta ombre lunghe sul rispetto della legalità contrattuale nel comparto della lavorazione delle carni, al centro di una feroce vertenza sindacale

"Ora spetta alla politica e alle Istituzioni fare un passo, promuovendo 'la responsabilità sociale delle imprese... per favorire la legalità, prevenire e contrastare gli effetti dell'infiltrazione criminale e mafiosa', che è quanto previsto dall'articolo 26 del Testo unico della Regione Emilia-Romagna" sulla legalità.  Arriva dalla Flai-Cgil di Modena una nuova sollecitazione a mettere mano al complicato settore della lavorazione delle carni, dopo le tensioni dei giorni scorsi ai cancelli e le nuove incertezze sui cambi d'appalto. 

"Le tensioni sindacali nel distretto delle carni modenese sono arrivate a una nuova fase: dal cambio di appalto, per far accettare condizioni sempre peggiori ai lavoratori, alla cessazione dell'appalto per espellere i lavoratori che protestano per le loro condizioni", evidenzia il segretario Flai Marco Bottura. Il cambio di appalto cronico, insomma, è ormai una prassi diffusa in tutto il distretto. 

"L'espulsione, o disciplinare o per cessazione dell'appalto, serve invece a risolvere i casi piu' 'gravi', come quello dei 110 lavoratori della cooperativa Alba Service impegnati negli appalti di Alcar Uno di Castelnuovo Rangone e Globalcarni di Spilamberto, rei di aver preteso non l'assunzione, ma l'applicazione del contratto collettivo nazionale della cooperazione alimentare", assicura la sigla Cgil. Secondo Bottura, in questo senso, è dunque ormai "inutile raccontare come, nel distretto agroalimentare modenese, sia diventato normale che la carne venga lavorata da 'facchini', oppure che la pizza venga farcita da addetti alle pulizie".

In particolare, cosi', si ha a che fare con "imprenditori che, semplicemente, non vogliono piu' assumersi la responsabilità di avere operai dipendenti, italiani o stranieri che siano". E proprio il 21 novembre, durante l'ennesimo incontro in Prefettura fra le parti coinvolte nelle vertenze del distretto delle carni, "per la prima volta un appaltatore, il presidente della cooperativa Alba Service, ha spiegato il meccanismo di un appalto fittizio: le squadre dei lavoratori vengono scelte dalle imprese committenti (Alcar Uno e Globalcarni) e non c'è autonomia organizzativa e gestionale dell'appalto. Viene addirittura citato il caso di un sabato lavorativo (lo scorso 19 novembre) in cui i lavoratori vengono convocati dai committenti all'insaputa della cooperativa...". 

(DIRE)

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