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Economia

Ristoranti, Confesercenti Modena stima un calo del 35% delle prenotazioni

Se la pandemia ha messo in crisi tutto il settore della ristorazione, il caro bollette ha dato il colpo di grazia alla categoria che fatica a ripartire. Neanche San Valentino ha risollevato un po' la situazione, prenotazioni in calo rispetto al 2020 e tanta incertezza

Non si arresta la crisi per bar e ristoranti che, dopo due anni stretti nella morsa del Covid-19, tra chiusure e riaperture con mille difficoltà, faticano a ripartire. Se da un lato si inizia a vedere la luce in fondo al tunnel per quanto riguarda la pandemia, con la diminuzione dei contagli e il graduale ritorno alla normalità, dall'altro le attività devono fare i conti con i costi triplicati a causa del caro bollette. Una stima in negativo con un calo del 35% delle prenotazioni in questi primi due mesi del 2022 che non fa decollare le attività. 

"E' una situazione sempre più complicata e molto difficile per tanti ristoratori - afferma Catia Fornari, Presidente Fiepet Confesercenti Modena - che stanno cercando di portare avanti la loro attività a volte compiendo scelte sofferte. C'è chi apre solo il fine settimana per risparmiare sulle bollette, chi invece ha deciso di chiudere alcune sale del proprio locale e aprirne solo una parte. Inoltre, sempre a causa del caro bollette sono diminuite anche le prenotazioni e per la categoria è un ulteriore problema da affrontare".

Fiepet Confesercenti Modena chiede un intervento immediato, sia per contrastare il caro bollette e sia per sostenere la categoria, ormai stremata da questi ultimi due anni. 

"E' necessario intervenire con sostegni mirati per evitare che molte attività chiudano per non riaprire più. A partire da una ulteriore moratoria sui mutui e finanziamenti accesi con i Decreti Liquidità del 2020. Servirebbero poi ulteriori ristori per le perdite di fatturato ma ancor di più, chiediamo che si intervenga per contrastare il caro bollette. Non da ultimo ci preoccupa molto il termine per le concessioni facilitate dei dehor, se con la conclusione dello stato di emergenza tanti esercizi non potranno più contare sugli spazi all'aperto, molte imprese rischieranno di non riuscire a sopravvivere con la conseguente perdita di posti di lavoro" conclude Fornari

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