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Castelnuovo, General Montaggi cessa l'attività senza preavviso

Protagonisti di una fusione per incorporazione con una società rumena non rintracciabile, i vertici della General Montaggi hanno annunciato ai propri dipendenti l'improvvisa chiusura per cessata attività. Un nuovo fulmine a ciel sereno

Il timore si era già diffuso lo scorso gennaio, quando era stata resa pubblica la fusione per incorporazione della General Montaggi di Castelnuovo Rangone con una sconosciuta società con sede in uno sperduto villaggio della Romania. Tutto regolare secondo il diritto comunitario, ma le perplessità intorno a questa operazione non erano mancate. L'azienda era cresciuta in fretta grazia a commesse di importanti infrastrutture italiane e francesi (compreso lo Juventus Stadium di Torino), ma alcune fonti parlavano di difficoltà creditizie con i fornitori. Motivo per il quale la fusione transfrontaliera era stata accolta sia dai dipendenti che dai sindacati e dall'Amministrazione Comunale come un segnale pericoloso.

Lo scorso 30 aprile la brutta notizia: General Montaggi ha reso nota la cessazione della propria attività. Una doccia fredda per oltre 100 lavoratori, tra operai, tecnici e amministrativi, che hanno ricevuto la lettera di licenziamento. Come era stato per la fusione con la società dell'Est Europa, anche questo passo decisivo è stato comunicato senza alcun preavviso, suscitando le ire della Fiom/Cgil. Il sindacato era già intervenuto  a febbraio scorso ricevendo rassicurazioni sulla continuità lavorativa. Anzi, l’allora responsabile amministrativo aveva addirittura assicurato alla Fiom che la fusione sarebbe servita per rafforzare lo stabilimento modenese. Poi le lettere di licenziamento.

“La scelta dell’azienda è preoccupante – spiegano Yawo Galli e Stefano Bassoli della Fiom/Cgil – anche perché non si registra una situazione di crisi, in quanto l’azienda ha da poco terminato la commessa per l’infrastrutturazione metallica dello Juventus Stadium e attualmente sta lavorando ad un’altra commessa per gli stadi di Nizza, Bordeaux e Parigi per i campionati europei del 2016. É molto strano che nelle numerose assemblee sindacali convocate dal 28 febbraio per quattro venerdì successivi (per dar modo anche ai trasferisti di partecipare), i lavoratori non si siano mai presentati, neppure gli amministrativi che erano presenti in azienda”. L’azienda stessa ha comunicato alla Fiom/Cgil che i lavoratori non erano interessati a partecipare alle assemblee .  

La Fiom/Cgil ha subito chiesto un nuovo incontro con l’azienda per capire innanzitutto le ragioni della chiusura se sono legate a difficoltà di mercato, finanziarie o altre cause. In secondo luogo, la Fiom respinge i licenziamenti, ne chiede l’immediato ritiro e chiede altresì che siano messi in campo tutti gli strumenti utili a garantire il posto di lavoro e il reddito dei lavoratori, anche attraverso l’attivazione di tutti gli ammortizzatori sociali a disposizione. Sono inoltri stati informati gli amministratori locali, il sindaco di Castelnuovo Rangone, l’assessorato provinciale al Lavoro e la Direzione Territoriale del Lavoro, mentre è stato chiesto alla Provincia di farsi parte attiva per un incontro urgente con i rappresentanti aziendali.

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