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Farmacie Comunali passano da Coop ad Admenta, il Comune: "Mantenere il contratto"

Oggi assemblea che ratifica la cessione da parte di Coop Alleanza 3.0 della quota di controllo di Finube ad Admenta-McKesson

E' fatta. L’assemblea degli azionisti di Farmacie comunali che si è svolta questa mattina, mercoledì 26 giugno, ha sancito la cessione ad Admenta-McKesson, da parte di Coop Alleanza 3.0, delle quote di controllo di Finube Spa, la società che, a sua volta, controlla Farmacie Comunali.

Il Comune di Modena mantiene dunque le quoti di minoranza ed il vicesindaco Gianpietro Cavazza è intervenuto per sottolineare che, anche dopo il trasferimento azionario, le farmacie dovranno continuare ad applicare ai propri dipendenti il contratto collettivo nazionale del settore “farmacie gestite o partecipate da enti locali” attualmente in essere.

La posizione del Comune, espressa da Cavazza, che nel pomeriggio ha anche incontrato i rappresentanti sindacali, si fonda su un parere giuslavoristico, richiesto dalla stessa amministrazione, in base al quale il contratto di servizio sottoscritto nel 2001 tra Farmacie comunale e il Comune di Modena, che contiene anche disposizioni relative alla gestione dei rapporti di lavoro, non consente di applicare ai dipendenti un trattamento economico e normativo diverso da quanto previsto dal contratto delle farmacie pubbliche. Anche se le Farmacie comunali sono da anni diventate private.  

Il parere precisa che la cessione di quote azionarie non produce automaticamente alcun effetto sui rapporti di lavoro tra Farmacie comunali e i propri dipendenti pur avendo effetti sul piano delle scelte strategiche, gestionali ed organizzative dell’impresa. La prerogativa di ogni datore di lavoro di modificare il contratto applicato fino a quel momento, assicurata dall’articolo 39 della Costituzione, viene in questo caso negata dall’esistenza, appunto, di un contratto di servizio con il Comune che stabilisce che la società è obbligata ad applicare un trattamento economico e normativo conforme ai livelli pattuiti dal contratto “di settore” individuato in modo univoco nel contratto collettivo sottoscritto da Assofarm per “i dipendenti delle imprese gestite o partecipate dagli enti locali, esercenti farmacie, parafarmacie, magazzini e laboratori farmaceutici”.  

La palla passa dunque alla multinazionale Admenta, braccio italiano del gruppo McKesson che gestisce circa 200 farmacie in tutto il Paese e che potrebbe effettuare valutazioni diverse circa il contratto da applicare ai 78 lavoratori dei 17 punti vendita appena rilevati.

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