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Commercio, dopo un anno torna a calare il numero delle imprese

Aprile si chiude come un mese di sofferenza per il commercio al dettaglio in provincia di Modena. Sono ben 79 le attività che hanno abbassato le serrande. Riparte invece il comparto immobiliare

Battuta d'arresto per il commercio in provincia di Modena. Dall'analisi effettuata dall'ufficio studi di Confcommercio sugli ultimi dati Infocamere e su un panel di circa 2.300 aziende associate, emerge come il numero totale delle imprese attive nel terziario in provincia sia diminuito da gennaio di 79 unità, passando cosi' da 16.334 a 16.255 aziende. Si interrompe, quindi, il trend di crescita nel numero delle imprese che durava da 12 mesi, con un calo imputabile in particolare al cattivo dato del commercio al dettaglio: in sede fissa ed ambulante in provincia perde ben 65 imprese nei primi quattro mesi e le imprese attive nel territorio modenese passano dunque da 6.609 di gennaio a 6.544. Viene cosi' completamente annullato il saldo positivo del 2016, che si era chiuso con 61 imprese in più. 

Cresce, ma in modo decisamente lieve, il comparto della ristorazione, dove il numero di imprese passa da 3.586 a 3.601 (+15). L'incremento è quasi completamente frutto della performance sulla città capoluogo, dove le imprese sono passate da 1.061 a 1.073. "Decisamente buono", evidenza Confcommercio, l'andamento del comparto delle attività di intermediazione immobiliare, che guadagna 20 imprese, passando da 3.046 a 3.066. Valori, questi, che riflettono la crescita delle compravendite immobiliari degli ultimi mesi e che sono vicini al picco registrato a settembre del 2016 (3.088). Sul fronte occupazionale si rileva come, sul campione di circa 2.300 imprese associate a cui viene erogato il servizio paghe, il numero delle assunzioni (1.293) sia stato di poco superiore a quello delle cessazioni (1.285).

 "Il dato non deve pero' ingannare", avverte l'associazione: non si è di fronte ad occupazione aggiuntiva, ma solo all'effetto dell'assunzione di una parte di addetti che operavano attraverso i voucher fino al momento della loro abolizione. Senza i quali saremmo dunque di fronte ad una contrazione dei livelli occupazionali. "Dobbiamo purtroppo constatare- osserva Massimo Gandolfi, direttore generale di Confcommercio- che il trend generalizzato di crescita dei principali segmenti del terziario registrato nel 2016 si è interrotto: influiscono le incertezze del quadro macro-economico, ma pesano anche dinamiche locali, condizionate da un calo di fiducia dei consumatori e da un ulteriore livellamento verso il basso della redditività delle piccole imprese del commercio modenese". 

(DIRE)

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