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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

L'indagine | Fare la spesa a Modena e provincia, ecco dove conviene

Il rapporto annuale di Federconsumatori esamina i punti vendita della grande distribuzione. La Bassa diventa la più costosa, tre i marchi brilla Conad. E la spesa online non conviene più

Per il ventottesimio anno i cittadini modenesi possono contare su una importante indagine condotta da Federconsumatori che rappresenta un unicum in tutt'Italia e diventa utile per fornire un quadro dei prezzi della spesa nelle varie insegne della grande distribuzione, su tutto il territorio provinciale. L'Osservatorio, infatti, ha raccolto e analizzato i prezzi di vendita di un paniere di prodotti all'interno di 54 diversi punti vendita del territorio: 13 ipermercati, 
26 supermercati, 12 discount e 3 negozi online.

Si tratta di 284 referenze, basate sui panieri stabiliti a livello nazionale dall'Istat e suddivise in Prodotti Grandi Marche, Private Label, Primi Prezzi e Prodotti freschi. Un lavoro complesso e corposo, che ha prodotto risultati che, nell'arco di tutto quanto descritto in seguito, sono da riferirsi al mese di luglio 2022.

Le insegne, dove conviene e dove no

Sempre più lontani i tempi del dualismo, a Modena, tra Coop ed Esselunga. Il quadro quest’anno è profondamente mutato, perché sul fronte delle insegne va registrato un vincitore netto quanto inatteso, che nel segmento Grandi Marche ha vinto la competizione in tutte le aree dove erano presenti proprie strutture monitorate. Conad è la prima struttura per livello di prezzi Grandi Marche, ma spesso non solo, a Modena e nelle Unioni delle Terre d’Argine, dell’Area Nord, delle Terre dei Castelli, del Sorbara, del Frignano. Un investimento importante per Conad Nord Ovest, che con le altre consorelle territoriali è prima per quote di mercato in Italia, e che è frutto a Modena anche di alcune nuove aperture e di qualche importante riposizionamento.

Se Conad è il netto vincitore quest’anno, con quattro super/Iper nei primi cinque posti assoluti (Paniere Grandi marche), è l’unico supermercato della catena Rossetto nel modenese, il SuperRossetto di Fiorano, a mantenere anche quest’anno la palma di negozio più conveniente della provincia di Modena, per ciò che riguarda le Grandi Marche, a forte distanza dagli altri competitori del territorio, e a minore distanza da altre realtà in altri distretti. Aperto nel dicembre 2016, dal 2017 Rossetto vince ininterrottamente la classifica del Supermercato più conveniente. Quest’anno un supermercato in fase di avvio, e con prezzi conseguenti, il Conad nel quartiere Madonnina a Modena, si è avvicinato molto al SuperRossetto, ma senza riuscire in un sorpasso che sarebbe stato a suo modo storico.

Dopo l’appannamento degli ultimi due anni la catena Esselunga ha in parte recuperato: seconda dietro Rossetto nel costo indice medio del paniere Grandi Marche, secondo Ipermercato dopo quello Conad nello stesso segmento, prima nei Supermercati/Iper nel paniere primi prezzi, davanti ad Unes e Coop Alleanza, con la struttura di Soliera prima in provincia. Sono risultati legati essenzialmente alla maggiore omogeneità della rete Esselunga, a differenza delle profonde differenze registrate tra gli Ipermercati di Coop Alleanza. Limitando il confronto tra le tre strutture Esselunga e le prime tre strutture Coop (Iper di Modena e Carpi) esce vincente quest’ultima. Esselunga vince anche sul fronte Prodotti Freschi, dove le due strutture più convenienti risultano essere le Esselunga di Soliera e Sassuolo, davanti ad Iperfamila, e Panorama di Sassuolo.

Come detto Coop Alleanza piazza tre Ipermercati, nel Grandi Marche, davanti alle tre strutture di Esselunga. Ma per effetto dei prezzi praticati in tutti i segmenti nel resto della rete registra, nell'indagine, risultati modesti. Coop Alleanza è lontana dal primo posto in tutte le classifiche, sorpassata in tutti i distretti, con supermercati della concorrenza che sorpassano ovunque gli Ipermercati. Le migliori performance? Coop è sesta, con l’Iper di Carpi (sorpassato però dal supermercato Conad di via Marx) nella classifica dei punti vendita nel paniere Grandi marche; seconda nel paniere Private Label, dopo l’Iper Conad, con i propri Iper. Terza negli Iper e nei Super per il paniere Primi prezzi. La più importante catena distributiva nella nostra provincia, ad un anno di distanza da un discreto risultato, non conferma quindi i buoni segnali del 2021. Le peggiori performance sono quelle degli Iper-mercati di Mirandola e Formigine, a 12/13 punti percentuali di distanza dal supermercato Rossetto, e a 9-10 punti dal punto vendita Coop più conveniente, l’Iper di Carpi.

E gli altri? Unes, che nel passato aveva conquistato il podio sulla città di Modena, si posiziona ora a metà classifica, ad eccezione dei prodotti a proprio marchio, dove si classifica, come nel 2021, al primo posto assoluto in provincia. Panorama, Pam, Famila e Despar occupano stabilmente il centro della classifica, senza eccellere in nessuna, ma con una evidente tendenza e seguire il livello di concorrenza del territorio di insediamento. Infine Sigma occupa da tempo il fondo delle classifiche, a 16/18 punti dai prezzi più convenienti nel Grandi Marche, a 15/20 punti nel segmento Private Label, a 34/37 punti nel segmento Primi prezzi.

VIDEO | L'inflazione pesa nel carrello, prezzi pazzi per i discount e i prodotti non di marca

La spesa online, fine dell'innamoramento?

Troppo sbrigativamente sono state catalogate come il futuro della Grande Distribuzione. In realtà la crescite sono largamente al di sotto delle attese, e la marginalità in questo settore è cosa assai difficile da raggiungere. Inevitabile che i costi per i consumatori crescano, spingendo al ritorno al carrello fisico. L’indagine ha misurato tre soggetti diversi; i costi minori sono quelli di “Esselunga a casa”, ma le distanze sono ridotte con il secondo “Hey Conad”, e col terzo “Easy Coop”.

Più marcate le differenze di condizioni, con Conad che consegna gratuitamente agli over 70, e Coop che in determinate fasce orarie richiede il contributo di consegna più basso. Tutte e tre le insegne prevedono, meritoriamente, la consegna gratuita ai disabili. Rispetto al costo della spesa tradizionale va però detto che i costi della consegna a domicilio sono marcatamente superiori; tutti e tre i soggetti misurati si posizionano nelle parti basse delle classifiche.

La crescita dei discount, gli Iper nel limbo

L’esame del formato Discount, accellerato nelle sue performance da Covid e crisi economica, renderebbe necessario molto spazio. A Modena, in assenza di dati precisi, è evidente a tutti la grande vivacità di questo segmento, capace anche nella nostra provincia di sottrarre vendite al resto della rete, in particolare agli Ipermercati. Per il secondo anno consecutivo un negozio in Appennino vince una classifica, di qualunque natura. L’Eurospin di Pavullo risulta il discount più conveniente della provincia, seguito dal Lidl di Finale Emilia e dal Lidl di Castelfranco. Non a caso tre aree “deboli” sul fronte dei prezzi. Ancora male il Lidl di Modena, più caro del 7,5% del gemello di Finale, mentre ALDI sembra ritagliarsi il ruolo di discount di qualità, restando distante dalle linee prezzo dei diretti concorrenti. Il mercato dei discount è decisamente più vivace in provincia rispetto al capoluogo; segno di spazi di crescita che potrebbero nel futuro movimentare gli scenari commerciali della città di Modena.

Quello che fu il formato principe, quello attorno al quale si costruivano i piani commerciali, quello che doveva essere il futuro, soffre a Modena come altrove, ma a Modena si inserisce in una realtà dove la crescita delle grandi strutture è stata, assieme a Ferrara, la più forte in Regione. Le continue ristrutturazioni, il ridimensionamento degli assortimenti extralimentari e tanti altri interventi non paiono sufficienti ad arrestare un lento declino. Ciò nonostante gli Iper si difendono, riescendo a gravitare spesso nelle fasce alte delle classifiche. Ma il segnale di quest’anno è che nel paniere più importante, quello Grandi Marche, i primi tre classificati sono supermercati di medie dimensioni.

Tante differenze fra i territori 

La tradizionale classifica per aree territoriali contiene diversi stimoli, a partire dall’ulteriore peggioramento del Distretto ceramico, che per anni aveva fatto registrare le migliori performance e gli scontrini più bassi. Un territorio a forte concentrazione di insegne della GDO, ma che alla luce dei dati evidenzia un netto calo di tensione concorrenziale tra insegne in questa area, un tempo attraversata da un livello concorrenziale altissimo. 

Nella classifica delle negatività vince, nettamente e con distacco, l’Area Nord. La Bassa, infatti, sorpassa anche il Frignano, storicamente il territorio più caro. "Non c’è nessun motivo plausibile che giustifichi una condizione che vede i consumatori dei Comuni dell’Area Nord con scontrini molto appesantiti rispetto ai prodotti Grandi Marche, rispetto all’Area più economica, e sui primi prezzi. E’ indispensabile che nell’ Area Nord cresca la competizione, eventualmente con nuove aperture in grado di promuoverla", spiega il presidente di Federconsumatori Marzio Govoni.

Il 2021 era stato l’anno della “Sorpresa Carpi”, con quella città che era diventata, per la prima volta, la più conveniente della provincia nella spesa alimentare. Un territorio dove negli ultimi anni si erano concentrate diverse aperture e ristrutturazioni, e dove soprattutto la presenza di numerosi discount aveva modificato la tradizionale offerta commerciale. Pochissimo dietro Carpi troviamo Modena, di fatto appaiata, ma con una rete commerciale e possibilità decisamente più elevate di Carpi. Segnali di miglioramento a Pavullo, non più fanalino di coda.

E' possibile scaricare qui l'indagine completa di Federconsumatori.

L'inflazione si sente anche nel carrello

Per la prima volta l'indagine di Federconsumatori esamina anche l’evoluzione dei prezzi del paniere da noi utilizzato, a distanza di 12 mesi. Non è un caso, ovviamente. Con l’inflazione che ad ottobre ha toccato a Modena il 12,8%, un punto al di sopra di quella nazionale, è evidente che si tratta di un tema prioritario. E’ diffusa trai consumatori la valutazione che il livello dei prezzi al consumo sia superiore ai dati misurati dall’ISTAT. La fotografia risale allo scorso mese di luglio, e conferma quasi perfettamente, per ciò che riguarda i prodotti di marca, l’inflazione del carrello della spesa registrato a Modena da ISTAT (8,8% contro 8,9% dato Federconsumatori).

E’ quindi scorretta la percezione dei consumatori? Non del tutto, perché il dato clamoroso è quello dell’evoluzione registrata nelle altre due tipologie da noi monitorate: le private label e i primi prezzi. "I prodotti a marchio del distributore, da tempo in forte crescita dentro il carrello della spesa, registrano un inatteso +13,8%, ben il 5,7% in più del dato “ufficiale”. Non diversa la condizione dei primi prezzi, dei prodotti a minor costo venduti sia nei discount che nei supermercati; l’inflazione qui ha raggiunto il 12,4%, 3,6% in più di quella del carrello spesa. Quindi hanno parzialmente ragione i consumatori, sulla base dei dati: a Modena, nel mese di luglio, un paniere composto per metà da prodotti di marca, per un quarto da primi prezzi e per un quarto da private label, faceva registrare un differenziale inflattivo di circa il 2,4%. Per chi acquista in prevalenza primi prezzi o private label la differenza è ancora più importante", spiega Govoni.  

In questo senso va ricordato che a livello nazionale si registra una importante contrazione dei consumi alimentari, contemporanea alla crescita della spesa. Con questi chiari di luna, coi salari fermi e con l’inflazione impazzita, si compra di meno e si spende di più. Non è certo una sorpresa che il dato della fiducia dei consumatori crolli ai livelli della seconda ondata di Covid.

In sintesi, da queste tendenze resta penalizzata, ancora di più, una vasta area di consumatori. Sono le famiglie che fanno la spesa soprattutto nei discount, che favoriscono i primi prezzi, che considerano convenienti i prodotti a marchio del distributore. Sono le famiglie a reddito medio basso, quelle che hanno nel carrello della spesa uno dei principali costi, quelle che faticano con le bollette. E’ un’area che esce da questo osservatorio ancora più debole, penalizzata trai penalizzati.

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