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Economia

Commercio e pubblici esercizi penalizzati dalla situazione. Licom:“servono regole che non favoriscano i giganti del web”

Sulla questione degli acquisti online si è espressa anche Licom , la sezione Lapam che associa commercio, turismo, pubblici esercizi, sostenendo che è giusto comprare in internet in questo periodo ma che non bisogna penalizzare i commercianti del territorio a favore dei giganti del web

“Commercio, turismo e pubblici esercizi sono, senza dubbio, i più penalizzati da questa crisi, o perlomeno sono le attività che, essendo state costrette a chiudere per prime, pagano per prime il prezzo di una crisi durissima. Questo è normale, siamo consapevoli della necessità di queste misure così pesanti, quello che è meno normale è che questa emergenza sanitaria ed economica rischi di dare il colpo di grazia a un intero settore, a migliaia e migliaia di commercianti a scapito di pochissimo grandi gruppi del commercio online che, tra l’altro, pagano tasse scandalosamente basse e dunque non sostengono il sistema Paese”. Cinzia Ligabue, presidente Licom, la sezione Lapam che associa commercio, turismo, pubblici esercizi e servizi,  è molto esplicita in questa sua analisi della situazione che stiamo vivendo.

 “Non siamo contro il progresso e sappiamo bene che il mondo del commercio e dei servizi deve stare al passo coi tempi- prosegue- cosa che peraltro sta avvenendo da anni, ma anche di fronte a questa crisi per un periodo non breve la disparità di trattamento tra piccolo commercio ed enormi giganti del web è stata palese”.

Anche Daniele Casolari, segretario Licom, interviene sul tema e afferma che  “Sappiamo bene che il Governo ha messo in campo ammortizzatori sociali per tutte le imprese, ha disposto la sospensione delle scadenze fiscali e contributive, il credito di imposta sull'affitto per i negozi, l'estensione dei congedi e il sostegno al credito. Così come sappiamo che la consegna a domicilio è ammessa per tutte le tipologie di attività, alimentari e non, fermo restando che sia svolta nel rispetto dei requisiti igienico sanitari, sia per il confezionamento che per il trasporto ed evitando che al momento della consegna ci siano contatti personali a distanza inferiore a un metro. Ma per diversi giorni soltanto chi lavora online ha potuto farlo e, comunque, è ovvio che impedire di tenere aperta l’attività e consentire il lavoro ai grandi gruppi (che, si è visto anche in televisione, non sempre hanno lavorato seguendo le indicazioni sanitarie…) favorisce i giganti del web”.

Da ultimo  e per cercare di dare una risposta a questo problema, la presidente Licom, Ligabue, fa una proposta a breve e altre a lungo termine.

 “In questi giorni stiamo raccogliendo dai nostri associati una selezione di chi consegna a domicilio generi alimentari e non, per dar loro visibilità e per far conoscere ai cittadini queste opportunità- espone la Ligabue- E poi, proprio perché non vogliamo frenare il progresso, ma favorire una integrazione equilibrata, pensiamo che quando tutto questo sarà finito il mondo del commercio, del turismo, dei pubblici esercizi andrà sostenuto e aiutato a ripartire con grande forza e con risorse adeguate. Ad esempio servono regole chiare per evitare che i giganti del web facciano sconti incontrollati, mettendo ulteriormente in ginocchio i piccoli. Non immaginiamo nemmeno le conseguenze di vedere le nostre città e i nostri paesi senza il presidio, anche sociale oltre che economico, del commercio di prossimità”.

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