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Economia

Confagricoltura: crisi della frutta e crollo produttivo del 80% per nettarine, pesce e albicocche

Gelate, maltempo e calo delle giornate lavorative agricole. È crisi per il setto frutta in Regione. Confagricoltura Emilia Romagna: “giornate lavorative diminuite di oltre il 15% per albicocche, susine, pesche e nettarine. Il leggero rialzo dei prezzi non compensa la perdita di produzione causata dalle gelate”

Un’annata decisamente nera per il comparto della frutta romagnola che segna una flessione senza precedenti anche delle ore di lavoro nei campi.

In particolare l’organizzazione degli imprenditori agricoli sottolinea le ricadute socio/economiche dell’esiguo raccolto di frutta dovuto alle gelate di marzo e agli eventi atmosferici successivi, che hanno ridotto al minimo storico le produzioni top delle terre di Romagna fino a calcolare complessivamente un crollo produttivo del 80% per nettarine e susine e del 80-90% per pesche e albicocche.

“Nel comprensorio d’eccellenza delle albicocche, susine, pesche e nettarine - rileva Nicola Servadei, vicepresidente dei frutticoltori di Confagricoltura Emilia Romagna – si registra mediamente un calo delle giornate lavorative agricole di oltre il 15% rispetto al 2019 – relativo ai soli mesi di aprile, maggio e giugno -, senza contare la riduzione di manodopera nel post-raccolta: confezionamento, logistica e distribuzione. Va tuttavia sottolineato l’impegno dei capi d’azienda a mantenere attivo l’organico dei dipendenti specializzati e qualificati, addirittura con mansioni extra quali la potatura verde e quella fatta nella fase di post-raccolta” .

È irrilevante, e soprattutto non compensa la perdita di produzione causata dalle gelate, il leggero rialzo dei prezzi riconosciuti in media all’agricoltore: 40-50 centesimi al chilo per le susine e 1.2 euro al chilo per le albicocche; queste – chiarisce Servadei – dovrebbero essere le quotazioni di un anno cosiddetto ‘normale’ invece è stato disastroso. Stessa cosa per le pesche che si fermano a 60-65 centesimi al chilo, numeri accettabili solo in annate di piena produzione. Infine le nettarine che hanno strappato prezzi in caduta libera a partire dalla metà di giugno in poi, da 1 euro a 65 cent al chilo. Il 2020 sarà ricordato per la scarsa produzione di drupacee, il calo dei consumi, i prezzi risicati e lo spazio di mercato lasciato ai nostri competitor. Molte aziende agricole saranno disincentivate a programmare la campagna 2021, pertanto ci attendiamo un ulteriore contrazione delle superfici e degli investimenti”.

L’esigenza di un piano strategico nazionale per il frutticolo- Conclude il presidente dei frutticoltori della Confagricoltura regionale, Albano Bergami- oltre che l’adeguamento del sistema assicurativo e del fondo di solidarietà nazionale per le aziende colpite da calamità naturali, rimangono una priorità improrogabile. Alla perdita di circa 14.000 ettari di drupacee in Emilia Romagna, negli ultimi 15 anni, corrispondono migliaia di addetti in meno nei campi e nell’intero indotto generato dal comparto. Le gelate primaverili sono state devastanti e potrebbero dare il colpo di grazia finale ad una eccellenza della nostra regione. I problemi commerciali mai risolti che vedono la Distribuzione organizzata (DO) e la Grande distribuzione organizzata (GDO) riversare le criticità imposte dai mercati globalizzati sui fornitori e quindi sulla produzione - quest’ultima non sempre adeguatamente organizzata e governata -, si sommano agli impatti imprevedibili e violenti del cambiamento climatico sull’agricoltura”.

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