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Economia

Confesercenti boccia le liberalizzazioni di Monti, persi 100mila posti di lavoro in due anni

In due anni si sono persi 100mila posti di lavoro e 28,5 miliardi di euro di consumi di beni nelle famiglie. Confesercenti Modena boccia le liberalizzazioni del Governo Monti che hanno indebolito la piccola e media distribuzione

Le liberalizzazioni non hanno funzionato. Questo il responso di Confesercenti Modena che dichiara: “intervento fortemente controproducente per consumi ed occupazione. La liberalizzazione delle aperture nel commercio, introdotta due anni fa dal Decreto Salva-Italia del Governo Monti con lo scopo di rilanciare consumi e occupazioni si è rivelata un vero flop. I previsti effetti positivi non sono pervenuti; anzi, il settore ha perso tra il 2012 e il 2013 a livello nazionale oltre 100mila posti di lavoro, registrando al tempo stesso 28,5 miliardi di minori consumi di beni da parte delle famiglie.”

E’ l’Osservatorio di Confesercenti Nazionale che boccia le liberalizzazioni all’italiana promosse in questi due anni, quando invece avrebbero dovuto stimolare la concorrenza, favorire nuova occupazione e rilanciare i consumi attraverso l’incremento delle occasioni di acquisto per le famiglie. Invece non ha raggiunto nessuno dei tre obiettivi prefissati. “Situazione – ricorda Confesercenti Modena – che si rispecchia anche sul territorio modenese  se guardiamo ai ricavi che nel primo trimestre dell’anno hanno segnato un calo sia tra le MPMI del dettaglio alimentari (-8,45%) che dell’extralimentare (-1,1%), con una diminuzione media degli occupati in entrambi i settori del 7% circa.”

Anche sul fronte della concorrenza poi – precisa l’Associazione imprenditoriale modenesel’effetto della liberalizzazione è stato controproducente: la concentrazione dei consumi nei fine settimana ha favorito solo la grande distribuzione, contribuendo all’aumento dell’erosione di quote di mercato della gran parte dei piccoli esercizi. Che non possono sostenere l’aggravio di costi, diretto ed indiretto, in particolare sul fattore lavoro. Occorre tornare alla regolamentazione degli orari dei negozi. Le oltre 4000 le firme raccolte solo sul territorio modenese, per ripensare le liberalizzazioni, hanno finalmente rotto il muro del silenzio”.

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