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Confindustria, Emma Marcegaglia: "L'Italia può crescere"

Oggi si è tenuta l'assemblea di Confindustria durante la quale sono intervenuti il presidente di Confindustria Modena Pietro Ferrari, il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia e l'esperto di innovazione Vito Di Bari

Oggi alle 18 si è tenuta l’Assemblea pubblica di Confindustria. Dopo l’intervento del presidente di Confindustria Modena, Pietro Ferrari, che ha parlato delle condizioni della nostra città, ha preso la parola Emma Marcegaglia che ha schematicamente e rapidamente elencato i punti fondamentali per uscire dalla crisi e, anzi, per non peggiorare la situazione. Il primo punto è basato sulle riforme: le riforme vanno fatte velocemente, come ricordava anche Ferrari, con coraggio e anche se non entusiasmano più di tanto.

“Si chiedono sacrifici a tutti – dice la Marcegaglia – è inconcepibile che i politici per primi non ne facciano”. Il secondo punto dunque è incentrato sul taglio alla politica per rientrare nei canoni europei da cui al momento siamo molto lontani. Il terzo punto riguarda i servizi pubblici; secondo il Presidente di Confindustria è necessario applicare la direttiva europea per cui tutto deve essere fatto in concorrenza, liberalizzando i servizi: “Pochi sanno che già prima del referendum l’acqua era pubblica per il 97%”.

Il quarto punto tocca la tematica delle infrastrutture, su cui bisogna investire e non tagliare. In mancanza di soldi pubblici, ben vengano le iniziative dei privati. La Marcegaglia porta l’esempio della TAV come caso più eclatante e ricorda che la lentezza con cui approcciamo queste opere ci costa ingenti contributi europei che vengono destinati ad altri paesi. “Il problema delle infrastrutture – continua Emma Marcegaglia – è che non si capisce chi ha l’ultima parola in merito e in questo modo non si possono certo attrarre investimenti né esteri né italiani. Bisogna svegliare tanta gente che non capisce che non si può sempre bloccare tutto o andremo incontro ad un impoverimento serio”.

Al quinto punto sta la semplificazione; troppe leggi e troppo complicate sono una rovina, basterebbero meno leggi ma rispettate e un cambio di passo. Sull’innovazione la Marcegaglia non si dilunga troppo per lasciare la parola all’esperto Vito Di Bari. In conclusione tratta dei sindacati, appellandosi quasi a loro per evitare che in questo periodo si continui a far prevalere le ideologie sulle necessità pratiche di un paese che per salvare i posti di lavoro deve prima salvare le aziende.

E’ poi intervenuto Vito Di Bari, esperto di innovazione e professore all’Università Bocconi di Milano. Il suo è stato un intervento fuori dagli schemi, più da rock star che da relatore ad un’assemblea generale di Confindustria, ma efficace. Raccontando le proprie esperienze di vita e di lavoro soprattutto in America, ha voluto dare un’opinione sulle opportunità che l’Italia e in particolare Modena dovrebbero cogliere.

Spiega Di Bari che fuori dall’Italia ogni zona ha una piccola area che tira l’economia con un alto grado di eccellenza, proprio come una pilotina tira la nave da crociera nel porto; Joel Kotkin nel suo “The New Geography” traccia la teoria della disurbanizzazione, secondo la quale nel 2025 il 76% di scienziati e tecnici qualificati si sposterà in territori favorevoli alla qualità della vita per ragioni climatiche e territoriali. Richard Florida invece sostiene che si sposteranno in un territorio che sia anche ricco di arte e cultura. “Questo posto potrebbe essere la provincia di Modena, ma purtroppo non è così. Sarà molto dura ma i presupposti per far diventare Modena la pilotina del futuro per l’economia italiana ci sono”.
 

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