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Economia Carpi

Covid-19. A Carpi la crisi è costata quasi un milione di euro al giorno

Crollo dei ricavi stimato pari a 350 milioni di euro con 1 imprenditore su 3 che denuncia una contrazione tra il 30% e il 50%. Oltre il 90% degli imprenditori non nasconde una fortissima preoccupazione per l’arrivo di una terza ondata della pandemia

Oltre 4 imprenditori carpigiani su 10 hanno dichiarato una contrazione rilevante dei loro ricavi con soglie arrivate al 50% in molti casi. È questo lo scenario che emerge dal focus economico realizzato dall’Istituto Demoskopika per conto del Comune di Carpi che, coinvolgendo un campione di 300 imprenditori, ha concentrato l’osservazione analitica sull’emergenza sanitaria del Covid-19 e sulle sue possibili ripercussioni nel sistema economico locale.

A soffrire maggiormente sono stati i settori del commercio e dell’industria. Per il 2020, inoltre, Demoskopika ha stimato una perdita di fatturato pari a circa 350 milioni di euro rispetto all’anno precedente. Una crisi, quindi, che ha generato non poche difficoltà per il sistema economico locale tra cui l’erogazione dei servizi o della produzione (48,2%), il rispetto delle scadenze nel pagamento dei fitti, delle bollette, etc. (46,3%) e degli oneri fiscali (44,6%) e il pagamento alle banche (42,2%).

L’indagine

Dall’indagine emerge, inoltre, un sentiment parzialmente positivo rispetto all’efficacia e alla celerità delle misure messe in campo dalle istituzioni: 34,9%, infatti, è il valore medio rilevato. A catalizzare la maggiore fiducia degli imprenditori, nel confronto con le altre istituzioni, sono prioritariamente Regione e Comune.

La comunità carpigiana non nasconde la sua rilevante preoccupazione per ciò che potrebbe accadere. E, così, la quasi totalità degli imprenditori interpellati, ben 9 su 10, teme una terza ondata della pandemia. Non mancano, però, gli atteggiamenti resilienti, la determinazione di reagire alla crisi innescata dalla pandemia: quasi l’80% dei “capi d’azienda” ha deciso, infatti, di mettere in campo efficaci anticorpi per portare avanti l’attività economica.

“L’emergenza Covid-19 – dichiara il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio - si è abbattuta come uno tsunami sul sistema economico locale. Rilevare il fabbisogno degli imprenditori può essere, senza alcun dubbio, funzionale, ad offrire uno strumento di supporto decisionale alle istituzioni che, ai vari livelli, sono chiamate a metter in campo misure che possano servire, da un lato, a rispondere nell’immediato a fronteggiare i danni generati dall’emergenza e, dall’altro, ad offrire alla business community un piano maggiormente consapevole di ripresa economica in chiave strutturale.

Terza ondata Covid-19 incubo per 9 imprenditori su 10

La maggior parte degli imprenditori carpigiani interpellati non ha dubbi: il 92,7% teme una terza ondata della pandemia a fronte di un meno significativo 7,3% che, al contrario, si presenta più fiducioso, manifestando un basso livello di preoccupazione. L’elevato livello di preoccupazione, inoltre, risulta assolutamente trasversale tra tutti i settori economici osservati.

In questo contesto, anche il barometro della preoccupazione per i prossimi mesi tra gli operatori economici, rilevato dall’indagine congiunturale di Demoskopika, risulta così elevato da spingere addirittura il 7,3% di essi a dichiarare la chiusura “certa o molto probabile” della propria azienda nel caso del persistere delle attuali criticità innescate dalla pandemia. Una condizione, questa, particolarmente presente nel settore dell’industria con l’8,6% di imprese a elevato rischio default immediatamente seguita dal comparto dei servizi (8%).

Sul versante opposto, la maggior parte del campione intervistato, pari al 69,1%, dichiara che, nonostante le criticità innescate dal Covid-19, non chiuderà sicuramente o molto probabilmente i battenti. Tra le due modalità, si colloca una terza che raggruppa i cosiddetti “attendisti”: il 23,6% degli intervistati, infatti, ha dichiarato incertezza e di attendere l’evolversi degli eventi prima di assumere una decisione più consapevole.

Calo dei ricavi tra il 30% e il 50%

La maggior parte delle attività economiche hanno continuato ad operare: il 57,5% della business community carpigiana, infatti, ha continuato a svolgere completamente l’attività imprenditoriale senza alcuna limitazione a seguito delle disposizioni governative. Sul versante opposto, soltanto il 7,3% degli imprenditori ha fermato completamente l’azienda. Poco più di un titolare d’azienda su 3 (35,3%), infine, ha deciso di operare in regime limitato di personale e di mezzi.

Blocco dell’attività, quindi, che non poteva passare indolore ma che anzi si è avvertito nel livello di contrazione delle entrate denunciato dagli imprenditori. Dalle risposte ricevute, infatti, Demoskopika ha stimato una perdita di fatturato pari a circa 350 milioni di euro nel 2020 rispetto all’anno precedente. In termini percentuali, inoltre, le modalità che hanno totalizzato il maggior numero di casi rilevano una flessione delle entrate tra il 10% e il 30%, forchetta scelta dal 33,0% del campione e tra il 30% e il 50%, quest’ultima indicata dal 30,6% degli interpellati. Più che significativa, inoltre, anche la percentuale, pari al 13,9%, di coloro che ha lamentato una contrazione tra il 50% e il 70% dei ricavi nel 2020 rispetto all’anno precedente.    

Rinvio o sospensione di imposte e contributi

Analizzando le risposte degli imprenditori, non si ha dubbio alcuno: rinvio e sospensione del pagamento di imposte e contributi si collocano in cima alla classifica dell’efficacia per ben il 43,9% del campione. Seguono a debita distanza, con percentuali comunque ragguardevoli, i contributi a fondo perduto per le piccole e medie imprese (38,2%), la cancellazione delle rate per le imposte (IMU, IRAP e tasse sull’occupazione del suolo pubblico, etc.; 34,9%), la cassa integrazione con relativa proroga del provvedimento (27,6%) e il sostegno una tantum ai lavoratori autonomi e alle partite IVA (17,9%). E, ancora, tra le modalità meno significative si collocano   l’accesso agevolato al credito tramite i fondi di garanzia gratuiti (6,6%), il sostegno agli investimenti a fondo perduto per la sicurezza anti Covid sui luoghi di lavoro (5,3%), il credito d’imposta sui canoni di locazione (5%), la moratoria, sospensione e rinegoziazione delle obbligazioni e dei finanziamenti bancari (4,3%), l’aumento dei giorni di congedo per i lavoratori (1%) e, infine, lo smobilizzo immediato dei  crediti con la pubblica amministrazione (0,7%)

Gli “ottimisti” sono appena il 10,4 per cento

Per quanto riguarda le aspettative delle imprese carpigiane per l’anno 2021, la maggioranza degli imprenditori manifesta un orientamento prospettico negativo. La quota degli operatori economici, infatti, che prevede una recessione dell’economia è pari al 52,4%: “negativo” per il 36,4% del campione e “molto negativo” per il rimanente 16%. In questa direzione, non è un caso che il 68,1% del campione intervistato ritiene che l’emergenza sanitaria legata al Covid-19 avrà un impatto negativo sull’andamento economico della propria azienda tanto da spingere addirittura il 7,3% di essi a dichiararne la chiusura “certa o molto probabile”.

Sul versante opposto, infine, chi ha dichiarato di avere una maggiore fiducia per l’andamento complessivo del sistema economico e sociale per il prossimo anno è rappresentato da appena il 10,4% dei titolari d’azienda interpellati. Per quasi quattro imprenditori su dieci (37,2%), infine, la situazione rimarrà stabile. Spostando l’analisi sul livello settoriale, i più ottimisti appaiono gli imprenditori del comparto delle costruzioni (15,1%), i più pessimisti gli operatori del commercio (58%) mentre i più equilibristi risultano gli industriali (40,4%).

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