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Economia

Cresce l'export modenese: vola il biomedicale, ma grande ripresa della ceramica

E' un segno più quello registrato dalle esportazioni modenesi da Gennaio a Settembre, ma siamo sotto la media sia regionale che nazionale. Molto bene il biomedicale, molto male il settore dei trattori, positiva la ripresa della ceramica

Reggono le esportazioni modenesi, lo conferma l’elaborazione del Centro Studi e Statistica della Camera di Commercio di Modena effettuata sui dati Istat relativi all’interscambio con l’estero. Da gennaio a settembre 2015 si sono registrate vendite estere per 8.826 milioni con un incremento del +3,7% rispetto all’importo di 8.512 milioni di euro esportati nel corrispondente periodo 2014. Leggermente più dinamico l’andamento dell’Emilia Romagna (+3,9%), e anche quello nazionale (+4,2%).
 
UNA REGIONE CON SEGNO POSITIVO. Quasi tutte le province dell’Emilia Romagna mostrano andamento positivo tranne Ravenna (-2,7%) e Forlì (-2,3%). Le più performanti invece sono Parma (+7,9%), Forlì-Cesena (+6,9%) e Ferrara (+6,6%). Modena rimane al quinto posto per incremento percentuale e seconda provincia dopo Bologna per valore totale di esportazioni.
 
IN SETTORI IN ASCESA E QUELLI IN CRISI.
Esaminando il dettaglio per settore, il biomedicale continua l’andamento espansivo con un incremento del +39,5%, seguito dalla ceramica (+8,6%) e dai mezzi di trasporto (+6,7%). In calo sensibile i trattori (-18,2%) e in misura minore il tessile abbigliamento (-4,1%).
 
DOVE ANDIAMO AD ESPORTARE?
L’export per aree di destinazione risente molto della situazione di crisi in alcune aree mondiali; infatti emerge un calo sensibile nell’Africa del Nord (-13,6%) e nel Medio Oriente (-6,3%) dovuto all’instabilità politica che regna nella zona, segue la diminuzione dei Paesi Europei non appartenenti all’Unione Europea (-12,1%) trascinati dalla Russia, infine in diminuzione anche l’America Centro Sud a causa della recessione economica, soprattutto del Brasile. Molto positivo invece l’andamento verso il Canada-Groenlandia (+33,9%), l’Africa Centro Sud (+18,6), gli ultimi 13 paesi entrati nella UE (+10,2%) e gli Stati Uniti (+17,3%), quest’ultimo dovuto soprattutto al perdurare della svalutazione del dollaro e al buon andamento dell’economia americana. Nella top ten dei primi dieci paesi per esportazioni, segnano il passo mercati tradizionali come l’Austria (-7,2%), la Francia (-3,6%), il Belgio (-2,2%) e la Germania (-0,5%), mentre il Giappone continua la sua forte ascesa (+20,1%), seguito dal Regno Unito (+12,9%) e dai Paesi Bassi (+12,2%).

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