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Mercato dell'usato. Cucina, auto e Vespa: ecco cosa comprano online i modenesi

Secondo l’Osservatorio 2017 Second Hand Economy condotto da DOXA per Subito, il 47% degli emiliani vende o acquista beni di seconda mano. A Modena il 15,8% degli annunci. Guadagno medio di 600 euro per i venditori

I DRIVER DELLA SCELTA DELL’USATO - Il 48% degli italiani dichiara di avere comprato o venduto usato nel 2017, al 4° posto dei comportamenti sostenibili più diffusi, subito dopo la raccolta differenziata (93%), l’acquisto di lampadine a LED (75%) e prodotti a km 0 (56%).

L’aspetto valoriale ha infatti un ruolo centrale nella decisione di compravendere beni usati, dimostrando che il consumatore oggi vuole fare scelte consapevoli e coerenti con i principi che guidano il proprio stile di vita. In questo contesto, indubbiamente la capacità di poter acquistare facendo un buon affare in termini economici, garantendo un risparmio rilevante, è la prima motivazione per il 70%, affiancata dalla scelta distintiva di trovare pezzi unici, d'antiquariato o non più in commercio (35%) e seguita dall’opportunità di conquistare l'oggetto dei desideri perfetto per le proprie necessità e passioni (10%). Entrando nel merito delle ragioni che spingono la vendita, il primo driver è la voglia di leggerezza e decluttering per liberarsi del superfluo (55%), seguito dalla possibilità di comprare altri oggetti nuovi o usati (21%) e da quella di guadagnare per il 19%.

Da queste tendenze emerge un cittadino italiano molto attento alla sostenibilità ambientale che cerca di favorire attraverso il riutilizzo (66%), legato affettivamente agli oggetti a cui attribuisce la possibilità di una seconda vita (60%) e che non rinuncia ad acquistare oggetti altrimenti costosi a un prezzo conveniente (58%). Questo scenario è ancora più vero tra le nuove generazioni dei Millennials che sono grandi utilizzatori di second hand (59%) e le cui percentuali di questi trend crescono ulteriormente con 71% per il primo driver e 67% per il secondo, integrando un terzo elemento motivazionale legato alla normalità di mixare nuovo e usato per gli acquisti (57%).

LA SECONDA VITA DEGLI OGGETTI - Gli oggetti che hanno già vissuto una “prima vita”, grazie alla Second Hand Economy ne vivono una seconda (e a volte anche una terza, una quarta…), venendo reimmessi nel circolo virtuoso dell'economia circolare. Nel 48% dei casi il bene viene salvato dalla discarica e usato dal suo nuovo proprietario fino ad essere consumato, nel 26% viene collezionato e conservato, nel 15% viene regalato a una “terza vita” quando non più utile, e nell’11% viene rivenduto. 

Per quanto riguarda invece i guadagni generati dalla vendita di oggetti usati il 40% degli italiani li mette a disposizione dell'economia domestica, il 25% li utilizza per altri acquisti nella stessa categoria di prodotto ma più recente, ad esempio il modello successivo, e il 19% per un oggetto usato della stessa categoria o di altre, infine il 16% per un oggetto nuovo.

PROSPETTIVE FUTURE DEL MERCATO - I 3 anni in crescita appena trascorsi non saranno un trend del passato ma un volano per un’ulteriore evoluzione in positivo dell’economia dell’usato che per il 75% è destinata a crescere ancora nei prossimi 5 anni. Questa percezione nasce in primis dalla sua capacità di essere un driver di risparmio (49%), in secondo luogo una scelta sempre più ecologica e sostenibile (45%), ma anche distintiva e smart (29%), oltre a rendere i consumi accessibili a più persone (21%) e trasformarsi in un canale di acquisto tra gli altri, normalizzando completamente questa modalità (16%).

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