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Economia

Cassa integrazione record, come se 30mila persone non avessero lavorato per un anno

Ben 55 milioni di ore di cassa integrazione in 11 mesi nella nostra provincia. Le proposte della Cgil per il prossimo anno

Il 22 dicembre sono arrivati i dati sull'utilizzo degli ammortizzatori sociali a Modena e provincia nel periodo gennaio/novembre 2020. Dati che, come evidenzia la Cgil di Modena nel riportarli, meritano un'attenta e ponderata lettura, soprattutto in funzione dei possibili scenari che ci attenderanno nel 2021.

Le ore autorizzate dall'Inps di Cigo, Cigs, Cigd nel periodo gennaio/novembre sono pari a 55 milioni. A questo numero andrebbero sommate tutte le ore autorizzate attraverso altri ammortizzatori sociali utilizzati dalle aziende che per contratto nazionale o per dimensione non possono accedere alla cassa integrazione (Fis, Tis, Fsba, Cisoa, ecc.). Per capire di quale entità stiamo parlando per la provincia di Modena "i soli" 55 milioni di ore di cassa integrazioni equivalgono a circa 30.000 lavoratori che in modo continuativo non sono rientrati al lavoro in questi 11 mesi per nemmeno 1 giorno. E' come se nel 2020 fossero spariti 30 mila posti di lavoro in provincia di Modena.

A Modena la crescita del Pil per il 2021 è stimata intorno al 5,7%, ma a fronte di una contrazione del Pil nel 2020 pari a circa l'11%. Lo sbilanciamento è evidente e, siccome la matematica non è un opinione, se lasciamo che sia il mercato ad operare in modo libero per il futuro recupero di quanto perso nel 2020, il risultato netto nell'immediato sarà di migliaia di posti di lavoro persi in quanto la crescita del Pil del 2021 non sarà in grado di recuperare tutti i 55 milioni di ore non lavorate per effetto della crisi nel 2020.

Sulla base di questi dati la Cgil avanza alcune proposte, partendo da quella relativa alla conferma del "blocco" dei licenziamenti utilizzando tutti gli ammortizzatori conservativi a disposizione anche quando il blocco dei licenziamenti giuridico sarà rimosso. Il sindacato chiede "una riforma degli ammortizzatori sociali che vada nell'imprescindibile direzione dell'universalità. E' necessario progettare questi strumenti dando copertura a tutte le lavoratrici ed i lavoratori legando il diritto agli ammortizzatori sociali alle singole persone e non condizionandolo alle caratteristiche dell'azienda in cui operano (dimensione, contratto di lavoro, settore, ecc.). In tal modo riteniamo necessario allargare la platea anche al lavoro autonomo o alle collaborazioni".

Oltre al rinnovo dei CCNL, il sindacato modenese chiede anche di "affrontare il tema, non più rinviabile, della riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario per redistribuire il lavoro nel nostro Paese. Purtroppo in questi anni, troppo spesso, si è affrontato questo tema attraverso la proliferazione di posti di lavoro part-time involontari. Questa dinamica, spesso subita e non ricercata dai dipendenti, non ha fatto altro che generare lavoratrici e lavoratori poveri e deve quindi essere rivista in modo organico e complessivo proprio affrontando il tema della riduzione degli orari a parità di salario".

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