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Crisi, a Modena resiste soltanto il commercio all'ingrosso

Terziarioin affanno nel 2014. Oltre 1000 le attività imprenditoriali monitorate. Il 40% è riuscito a contrastare il calo generalizzato. Commercio all’ingrosso in controtendenza: +5,6%

Va in archivio con dati facilmente immaginabili il 2014: quarto anno consecutivo di calo generalizzato dei consumi e quindi dei ricavi, per le piccole e medie imprese del commercio e del turismo modenesi. “Segnali, al momento timidi di inversione di tendenza però hanno cominciato a manifestarsi”. A rilevarlo è l’Osservatorio Economico di Confesercenti Modena che ha monitorato l’andamento di oltre 1000 MPMI del terziario operanti sul territorio. 

Il prolungarsi della crisi ha inciso sul tessuto delle imprese della nostra provincia, contando nel periodo 2011 – 2014 ben 4.045 chiusure, e un saldo negativo tra aperture e cessazioni di 348 unità. Numeri che indicano una perdita di oltre il 2% del totale delle imprese attive nei settori modenesi del commercio, dell’intermediazione e del turismo. “In questo quadro negativo però  è bene evidenziare – sottolinea Tamara Bertoni, Direttore Generale di Confesercenti Modena – anche i segnali positivi: un consistente numero di imprese, ben il 40% del totale di quelle monitorate, è infatti riuscito a contrastare il calo generalizzato dei consumi, aumentando i ricavi rispetto al 2013. Inoltre – continua Tamara Bertoni – da una rilevazione compiuta dal nostro Osservatorio su oltre un centinaio di imprenditori, dei diversi settori del terziario si prevede un 2015 all’insegna di una sostanziale stabilizzazione dei volumi d’affari. Esistono dunque ragioni fondate che indicano finalmente un arresto dell’emorragia dei ricavi per le imprese del commercio e del turismo”.

Commercio al minuto di generi alimentari: -5,6%. Settore che più di altri ha mostrato una contrazione delle vendite maggiore nel 2014 rispetto al 2013. Da evidenziare che, stando anche ai dati ISTAT, il calo ha colpito tutte le tipologie di esercizi, dalla grande distribuzione fino al supermercato di quartiere. Segno tangibile di quanto le famiglie siano state costrette a tagliare pesantemente anche sui prodotti di prima necessità. In questo settore le attese delle imprese per i primi mesi del 2015 sono di una riduzione delle perdite, ma con ricavi che mostreranno comunque il segno ‘meno’.

Commercio al minuto generi extralimentare: -3,9%. Il 2014 per ha rivelato un’ulteriore contrazione dei ricavi nelle imprese del settore. Anche se l’ultima parte dell’anno, ed in particolare il periodo natalizio, ha contribuito a rendere meno pesanti le perdite rispetto ai trimestri precedenti. Le attese degli imprenditori per i primi mesi del 2015 sono di una sostanziale stabilizzazione dei ricavi.

Ristorazione e pubblici esercizi: -4,2% Non sono bastate le buone performance del periodo natalizio a risollevare i dati negativi del 2014: una stagione estiva condizionata dal maltempo ed un inizio anno in decisa flessione per gli affari, hanno determinato un ulteriore perdita di ricavi per le imprese del settore già col segno “-“ nel 2013. Le aspettative per i primi mesi del 2015 sono invece positive: si riscontrano incrementi di consumi in bar e ristoranti che segneranno finalmente discontinuità con gli anni passati. 

Servizi di intermediazione: -7,3%. Uno smottamento dei fatturati che si somma a quelli degli anni precedenti. Segno inequivocabile della crisi che attraversa l’intero comparto e che continua a subire pesantemente gli effetti della recessione, uniti a quelli della ristrutturazione della filiera commerciale che tende a marginalizzare il canale dell’intermediazione. Le Attese degli imprenditori del settore per i primi mesi del 2015 appaiono diversificate: al lieve recupero mostrato da parte dell’intermediazione immobiliare che lascia intravedere una leggera ripresa dopo anni di pesanti perdite, si contrappongono le aspettative di nuovi cali nel settore dell’intermediazione commerciale, anche se con percentuali più contenute rispetto al 2014.

Commercio all’ingrosso: +5,6%. È il settore che continua a risultare in netta controtendenza rispetto agli altri. Soprattutto laddove si rivolge al manifatturiero, beneficiando in questo caso dell’andamento positivo che ha caratterizzato la ripresa della produzione e del fatturato in alcuni settori produttivi: in particolare quelli che hanno maggiori quote di esportazioni. La tendenza secondo gli operatori del settore per il 2015 è di un consolidamento della ripresa dei fatturati, Anche da parte di imprese che si rivolgono al canale del dettaglio provengono segnali di inversione di tendenza con attese di leggeri incrementi già nella prima parte del 2015. 

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