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Economia Sassuolo

Il settore ceramico supera la pandemia, ma spaventa l'aumento dei costi

Confindustria Ceramica fa il punto sull'andamento del settore. Recuperati i livelli del 2019, ma il prezzo del gas e delle materie prime sta diventando un ostacolo sempre più arduo da superarer

L'anno della "ripartenza" del 2021 si chiuderà in crescita, fino a recuperare i livelli pre-pandemia, per l'industria italiana delle piastrelle di ceramica. Il settore, che ha il suo "zoccolo duro" nel comprensorio in provincia di Modena, conta 271 società attive sul territorio nazionale, per quasi 27.000 addetti e 6,2 miliardi di fatturato annuo (il 15% del totale globale). Ma il futuro del comparto è messo sotto pressione dagli aumenti vertiginosi di tutti i fattori produttivi, dai costi energetici a quelli delle materie prime.

E' il quadro rappresentato oggi da Giovanni Savorani, presidente di Confindustria Ceramica che nel consueto appuntamento di fine anno spiega: "Il miglioramento della congiuntura è iniziato a maggio del 2020, con l'uscita dal lockdown si è rafforzato in modo costante mese dopo mese". Se "nel primo trimestre del 2021 la crescita era del 6% rispetto al 2019, al 30 giugno il risultato cumulato in valore ha raggiunto il 12% per poi confermarsi a un 15% di crescita a fine settembre". Inoltre la previsione di Prometeia per l'intero anno 2021 esprime un'espansione delle vendite totali del più 12% sul 2019, grazie ad un +13% delle esportazioni e del +9,4% sul mercato italiano. L'attesa per la produzione, infine è quella di superare i 430 milioni di metri quadrati, in crescita del 25% circa.

Insomma, riassume il presidente, "stiamo assistendo ad ogni latitudine del globo ad una fortissima domanda della ceramica che si basa sulle consuete peculiarità del prodotto in termini di resistenza e durevolezza, ma soprattuto di salubrità che in un'epoca di emergenza sanitaria è un plus di assoluta importanza". Tuttavia, "non possiamo assolutamente rallegrarci perché la fortissima crescita nei costi di tutti i fattori produttivi sta mettendo a dura prova la competitività presente e futura delle nostre imprese". Secondo Savorani, "forse per la prima volta nella nostra storia stiamo vivendo un paradosso: siamo pieni di ordini provenienti da tutto il mondo, ma a causa del disordine dei mercati non sappiamo bene come programmare le nostre produzioni". I nodi da sciogliere, evidenzia Confindustria Ceramica, sono diversi. In primo luogo l'esplosione dei costi della bolletta energetica che, sottolinea ancora Savorani, "negli anni scorsi era per il nostro settore di 250 milioni l'anno. Oggi a seguito di aumenti nell'ordine del 400%, si approssima al miliardo su sei di fatturato totale. Una situazione che, anche in presenza di aumenti nei listini, non appare sostenibile". Sono poi "urgenti e necessari" degli interventi "per calmierare l'insostenibile situazione del gas naturale". Gli aspetti del problema sono anche qui variegati. "Oggi- dice il presidente- noi consumiamo in prevalenza gas di provenienza estera che pesa anche sulla bilancia commerciale. Potremmo sostituirne quota parte con gas di produzione nazionale, a prezzi calmierati ed inserito all'interno di un percorso di transizione energetica". Lo stesso ministro Cingolani, ricorda Savorani, "ha indicato a tutti i settori energivori proprio il gas metano nella fase transitoria verso le fonti sostenibili, ma a questi prezzi diventa complicato".

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In secondo luogo "nel 1995 nel nostro Paese venivano estratti oltre 20 miliardi di metri cubi, mentre oggi siamo a quattro (di gas, ndr). Gli impianti, a partire da quelli del mare Adriatico, ci sono ancora e con investimenti limitati sarebbe possibile tornare ad aumentare i volumi con evidenti benefici anche ecologici, perché i lunghi percorsi dei gasdotti creano problemi di sostenibilità". Bisogna però affrettarsi perché "dagli stessi giacimenti estraggono anche altri Paesi frontaleieri e il rischio è di trovare il bicchiere vuoto". Ancora sul fronte del gas il rialzo nei costi deriva anche dalle quotazioni dell'Ets (Emission trading System), cioè il meccanismo varato dall'Unione europa per rendere più oneroso l'utilizzo dei combustbili che emettono C02. I prezzi, riporta Confindustria, sono schizzati da 20-25 euro a tonnellata a 85 euro. Questo, a giudizio di Savorani, a causa "dell'intensa attività speculativa svolta da un gruppo abbastanza nutrito di società di intermediazione finanziaria. E qui chiediamo con forza che il legislatore intervenga perché questo gioco toglie risorse alla transizione energetica per metterla nelle tasche degli speculatori".

Concorda Armando Cafiero, direttore dell'associazione: "A questi livelli di costo è impossibile che l'emission trading diventi un incentivo alla transizione energetica. E' solamente una tassa aggiuntiva che sottrae risorse alle imprese. Il nostro Governo che rappresenta un Paese manifatturiero deve davvero cambare passo in Europa". Aggiunge Cafiero: "Sappiamo che c'è un ambasciatore molto valido ma anche noi stiamo intervenendo: abbiamo realizzato uno studio con Nomisma e altri settori energivori, contiamo di presentarlo presto e speriamo che serva per sottolineare l'esigenza che in questo momento vive il nostro settore". C'è poi un secondo nodo, relativo al fatto che "l'industria delle piastrelle in ceramica non è ammessa alle compensazioni dei cosiddetti costi indiretti che gravano sulle bollette energetiche che sono già alte. E' un tema che ci accomuna con gli spagnoli e a gennaio avremo proporio un incontro in sede europea perché non si aggiungano penalizzazioni a penalizzazioni", dice Cafiero. Il rialzo dei prezzi interessa anche gli altri fattori produttivi, quali cartone, pallet e film termoretraibili. Situazione ancora più complessa per le materie prime, dove il disordine del mercato sta determinando in alcuni casi l'impossibilità di reperire sul mercato i materiali stessi e le aziende rischiano di non poter realizzare i prodotti che hanno già venduto. Riprende poi Savorani: "Già nei mesi scorsi avevamo denunciato la crisi dei trasporti via mare, a partire dal fortissimo rialzo dei noli marittimi accompagnato dalla difficoltà a reperire container. La situazione purtroppo non è migliorata: abbiamo notizie, ad esempio, che in diversi porti degli Stati Uniti ci siano decine di navi mercantili alla fonda, in attesa di sbarcare i loro container. Una situazione che determina ritardi nelle consegne ed aumento nei costi".

L'atteggiamento di Confindustria Ceramica è quindi consapevole, ma non rassegnato. "La ceramica continuerà in futuro a crescere nel mondo, dobbiamo ottenere che cresca soprattutto quella italiana, che ne ha sviluppato negli utlimi 50 anni la tecnologia l'estetica e l'affidabilità", chiude il presidente. Le tematiche emerse saranno approfondite nel pomeriggio di oggi in un convegno con i vertici delle associazioni della filiera e l'assessore regionale Vincenzo Colla.

(DIRE)

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