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Piccole medie imprese modenesi, la ripresa rallenta

Ancora positiva, ma senza squilli, la congiuntura economica delle pmi modenesi nel secondo trimestre 2015, registrata dall'osservatorio di CNA. Continua la crescita a doppia cifra per la meccanica, male invece agroalimentare e maglieria. Incertezze anche sul biomedicale

Con il quarto segno più consecutivo è arrivata ad un anno la fase congiunturale positiva delle piccole e medie imprese manifatturiere modenesi. Certo i ritmi della crescita non sono feroci, come testimonia il modesto +2% messo a segno nel trimestre aprile-giugno, ma il dato è comunque positivo, così come positiva è la tenuta del fatturato, che rispetto ad un anno fa cresce dell’1,8%. L’export scende al 20,4% del fatturato, a conferma del fatto che l’andamento favorevole è sostenuto anche da una piccola ripresa del mercato interno. A fare da traino, comunque, è ancora la domanda estera, come dimostra l’andamento degli ordinativi: +8,8 quelli oltre confine, +0,5 quelli interni.

Valori medi positivi, ma alcune situazioni non proprio allegre, nel panorama manifatturiero delle piccole imprese modenesi. Ai dati positivi che arrivano dalla meccanica e dall’elettronica, si contrappongono quelli negativi di settori importanti come l’agroalimentare e la maglieria. Segno meno anche per la ceramica e, un po’ a sorpresa, per il biomedicale. Nel dettaglio gli andamenti settoriali (ciascun valore fa riferimento alla variazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente).

ALIMENTARE - Se ne primo trimestre la situazione nel comparto aveva tenuto, questa volta, assieme al fatturato, cede pure la produzione. Una situazione di difficoltà che si rispecchia anche nell’andamento dell’export, che schizza al a 6,3% del totale (contro il 7,6% del primo trimestre).

MAGLIERIA - Sembra rallentare la corsa al ribasso del comparto, che configura in particolare la produzione in conto terzi. Le prospettive, però, non sembrano delle migliori, almeno ad osservare la dinamica degli ordinativi.   

ABBIGLIAMENTO - Situazione decisamente migliore per l’abbigliamento, dove si concentra il conto proprio della filiera della moda modenese. Particolarmente positiva la ripresa del fatturato e le attese sull’export, che a fine giugno era attestata al 6,2% del fatturato totale.        

CERAMICA - Brusco calo il settore della ceramica, rappresentato prevalentemente dal cosiddetto terzo fuoco, che retrocede sia in termini di produzione che di fatturato. Unica parentesi favorevole l’export, che supera la barriera del 10% del fatturato. 

PRODOTTI IN METALLO -  Sostanzialmente stabile il comparto della meccanica pesante, che vede aumentare ulteriormente la quota di fatturato estero (14,2%). Una congiuntura che pare confermarsi anche nell’immediato futuro.

MACCHINE E APPARECCHI MECCANICI - Continua impetuosa la fase di crescita del comparto principe del manifatturiero geminiano, che accelera. Si tratta di un’indicazione importantissima per la manifattura modenese, visto che la meccanica rappresenta la cerniera dei vari distretti della nostra economia. La quota del fatturato estero cresce ancora, avvicinandosi al 40%, anche le attese per gli ordinativi sono più che favorevoli.

BIOMEDICALE - Una flessione che stupisce ma non preoccupa, quella del biomedicale, che continua ad essere un comparto estremamente dinamico, soprattutto sui mercati esteri, come dimostra il fatturato oltreconfine, che cresce ancora raggiungendo quota 61,7% del totale, il record nella serie storica datata 2007. 

APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE - Buoni segnali continuano ad arrivare dal comparto dell’elettronica, magari ancora non molto rappresentativo, ma certo estremamente attento all’innovazione e piuttosto propenso all’export, che nel secondo trimestre dell’anno è rimasto attorno al 10% del totale.

LE CONSIDERAZIONI DI CNA. “Sembra subire un rallentamento  la fase di decisa crescita che, nei sei mesi precedenti all’ultimo trimestre, aveva caratterizzato l’andamento economico delle piccole e medie imprese modenesi”, fa notare l’Ufficio Studi di CNA. Rallentamento che però non appare preoccupante, ma piuttosto fisiologico, visto il precedente – questo sì al di là di ogni più rosea aspettativa – del primo trimestre.
Quello che invece è fonte di perplessità è l’andamento in chiaroscuro di alcuni comparti, l’agroalimentare – che meglio di altri aveva superato gli anni della grande depressione” – e la maglieria su tutti. “Al solito – commenta Umberto Venturi, presidente dell’Associazione modenese – regna sovrana l’incertezza, l’impossibilità di impostare un futuro a lungo termine, clima che impatta maggiormente sulle piccole e medie imprese e che rallenta gli investimenti, in capitale sia tecnologico che umano. Un contesto aggravato dalla situazione cinese”. Una realtà, quelle delle pmi, ancora in attesa di buone nuove sul fronte della riforma fiscale. “Non vi è traccia – continua Venturi - dei provvedimenti che le piccole e medie imprese si attendono dall’attuazione della Riforma fiscale, quali il riordino dei regimi impositivi, l’introduzione del regime di cassa per i soggetti in contabilità semplificata, la ridefinizione del nuovo regime forfetario, la definizione dell’autonoma organizzazione ai fini dell’Irap”.

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