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Martedì, 23 Aprile 2024
Economia Caduti in Guerra / Viale Martiri Libertà

Ddl lavoro, sciopero di 2 ore e presidio Cgil in Prefettura

Il Sindacato di piazza della Cittadella scende in strada a protestare e il segretario provinciale Donato Pivanti suona la carica: "Lanciamo un segnale a Governo e partiti: la riforma del lavoro e delle pensioni così non vanno"

La Cgil si schiera con forza contro la riforma del lavoro proposta dal governo Monti, che verrà votata in parlamento nei prossimi giorni, e per la quale è prevista la richiesta della fiducia. Il sindacato organizza uno sciopero che coinvolgerà l’Emilia Romagna nelle giornate del 26 e 27 giugno, che si svolgerà con modalità diverse città per città. A Modena l’astensione del lavoro è prevista per domani, martedì 26, dalle 16 alle 18, e riguarderà solo i lavoratori privati, anche se al presidio che si terrà davanti alla prefettura parteciperanno anche lavoratori pubblici.

Eloquenti le parole di Donato Pivanti, segretario modenese del sindacato, riguardo gli scopi dell’iniziativa: “Non ci illudiamo che il Governo tolga la fiducia sul Ddl, magari fosse così. Ma chiamiamo i lavoratori alla lotta per dare un segnale chiaro al Governo ma anche alle forze politiche, a quelle progressiste e di sinistra in particolare, che la riforma del mercato del lavoro così non va, come non va la riforma delle pensioni, dal lavoro bisogna ripartire per sostenere crescita e sviluppo”.

Il forte dissenso manifestato dalla Cgil riguarda dunque sia il Ddl lavoro, gravemente lesivo nei confronti dei diritti dei lavoratori, soprattutto per le modifiche all’Articolo 18, sia la riforma pensionistica, che allunga enormemente gli anni per arrivare alla pensione e ha creato il grave problema degli esodati: per questa ragione il sindacato porterà avanti questa protesta da solo (senza cioè la collaborazione con Cisl e Uil), forte della radicata base sociale.

Il lavoro lo si costruisce se si difendono i diritti delle persone e le tutele, e si garantisce la democrazia nei luoghi di lavoro – ha concluso Pivanti – Senza queste condizioni si va verso una deriva che rende le persone e il Paese più deboli, altera i poteri nei luoghi di lavoro, indebolisce il ruolo contrattuale dei lavoratori e del sindacato, e tutto ciò aumenta la separazione tra cittadini e istituzioni”.

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