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Economia

Crisi, comparto costruzioni come la Grecia: "A rischio default"

L'avvertimento di Sauro Serri, segretario generale sindacato edili Fillea/Cgil Modena: "L'assenza di misure adeguate per il contrasto della crisi ha prodotto 4500 occupati in meno a Modena, sbloccare grandi opere come la Cispadana"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ModenaToday

Il livello di guardia è ampiamente superato, il comparto delle costruzioni a Modena ha imboccato una strada che, se non verranno prese misure pesanti, porterà al default. Il settore delle costruzioni è stato fra quelli che più hanno pagato in termini occupazionali, sociali ed economici la crisi, che da oltre quattro anni ha interessato il settore. L’assenza di provvedimenti adeguati a contrastarla ha prodotto oltre 4.500 occupati in meno a Modena, l’aumento dell’illegalità e dell’irregolarità del lavoro e l’indebolimento complessivo di un sistema di imprese già fortemente destrutturato. 
Nel frattempo sono emerse drammaticamente le insufficienze e i limiti di un modello di sviluppo basato sull’aggressione al territorio.

Le parti sociali hanno finora contrastato tale deriva con una forte coesione che si è espressa anche nell’esperienza che ha dato vita agli Stati Generali delle Costruzioni. Il settore delle costruzioni, per le sue caratteristiche e per la sua centralità, diventa ora un banco di prova decisivo per determinare un cambiamento di rotta in grado di garantire la ripresa dello sviluppo. Servono risposte immediate per garantire tutele adeguate alle migliaia di lavoratori che hanno perso il posto di lavoro o che sono interessate da provvedimenti di CIG/S, è indifferibile la proclamazione dello stato di crisi del settore, ma soprattutto occorre immediatamente rilanciare una politica di investimenti in grado di colmare il deficit infrastrutturale ed ambientale.

Nel quadro del confronto generale sulla riforma degli ammortizzatori sociali, va data risposta alle esigenze di estensione delle tutele che oggi vedono i lavoratori dell’edilizia fortemente penalizzati, parificandone i costi con gli altri settori industriali e destinando la riduzione delle aliquote ad una gestione contrattuale finalizzata alla riqualificazione professionale e al reimpiego dei lavoratori in settori diversi da quello delle costruzioniche, oggettivamente, non potrà tornare ai livelli degli anni pre-crisi.

Occorre poi continuare ad agire in direzione della regolarità e della legalità, per affermare pienamente trasparenza e regolarità del mercato applicando rigidamente le procedure previste per contrastare l’infiltrazione criminale nel settore e agire in direzione del superamento della prassi di affidamento dei lavori attraverso gli appalti al massimo ribasso e contrastare il lavoro irregolare aumentando i controlli a tutti i livelli e applicando l’obbligo di adozione del DURC per congruità anche ai lavori privati.

Va combattuto il ricorso al lavoro autonomo chiedendo la parificazione della contribuzione tra questo e quello dipendente. Serve poi destinare ai comuni una quota maggiore dell’IMU da finalizzare ad uno sblocco selettivo del patto di stabilità interno per opere finalizzate alla difesa del territorio dal rischio idrogeologico e sismico, al recupero e messa in sicurezza del patrimonio edilizio pubblico, a piani di recupero urbano e di valorizzazione dei beni culturali.

Ancora, bisogna sbloccare e far partire le grandi opere infrastrutturali, la Cispadana, ad esempio, in una logica che, affrontati tutti i problemi e le compensazioni per i cittadini e gli enti locali interessati, poi faccia procedere l'ammodernamento delle nostre infrastrutture. Rendere strutturali e rafforzare gli incentivi destinati alla riqualificazione del patrimonio abitativo in una logica di sostenibilità ambientale e di risparmio energetico, operando con il meccanismo del contrasto di interessi. In questo contesto vanno definite politiche idonee a supportare l’intera filiera delle costruzioni (edilizia, legno, laterizi, cemento, lapidei) dando risposta alle tante crisi aperte anche attraverso il sostegno alle politiche di innovazione nella direzione della green economy complessivamente intesa.

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