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Economia

Divario salariale tra Ferrari e Lamborghini, la Fiom/Cgil chiede un cambio di rotta a Maranello

Il sindacato fa i conti e mette in luce una retribuzione non uniforme tra i due "colossi" dell'automotive emiliano

La Fiom fuori dal tavolo delle trattative in Ferrari ha prodotto "conseguenze disastrose sia salariali sia normative" rispetto al caso della Lamborghini, con cui invece la sigla dei metalmeccanici Cgil sviluppa da anni buone relazioni. È lo spaccato che emerge nell'analisi del sindacato modenese, che ha messo a confronto i salari nelle due realtà aziendali, considerate "agli antipodi".

Tenuto conto anche dell'arrivo del nuovo player Silk-Faw a Reggio Emilia, viene quindi lanciato un appello alla politica: che tipo di Motor Valley volete in vista della transizione ecologica? Dopo lo strappo in Fca ai tempi di Sergio Marchionne, la Fiom-Cgil è rientrata ormai da otto anni in Ferrari, in armonia al pronunciamento della Corte Costituzionale, ma tuttora non si sente riconosciuta.

Spiega per la Fiom modenese il funzionario Simone Selmi: "Il modello partecipativo in Lamborghini implica relazioni sindacali fitte, con un riconoscimento del valore dei lavoratori molto alto. In Ferrari, realtà concorrente, si è deciso di passare da tempo a un contratto che ha azzerato tutto quel che era stato costruito in precedenza. Così, emerge una netta differenza salariale di base, dai 9.000 ai 10.000 euro all'anno, che viene compensata con il premio di risultato anche se solo in parte". Considerando il premio che mediamente è stato erogato in questi anni dai due marchi automotive del lusso, restano comunque 3.000 euro di reddito in più per i lavoratori di Lamborghini. Inoltre, un lavoratore che ha 10.000 euro in più di retribuzione in quota fissa ha anche il vantaggio di poter contare su questi importi a prescindere dall'andamento aziendale.

Gli importi fissi, inoltre, hanno un'incidenza "su tutti gli istituti contrattuali", come maggiorazioni, malattia, maternità, congedi, ferie, permessi, Tfr. Aggiunge quindi Stefania Ferrari, segretaria Fiom-Cgil di Modena: "È vero che Ferrari eroga un grande premio economico, ma comunque non sana le differenze rispetto alla contrattazione di Lamborghini. Il premio permette al colosso di Maranello di gestire il 30% delle retribuzioni annue dei lavoratori vincolandone l'erogazione ai risultati della produzione ed alla presenza in fabbrica". In sostanza, traduce la segretaria Fiom, via via è maturato "un sistema Ferrari basato su risultato individuale, partecipazione e fedeltà all'azienda, mancanza di assenze, presenza pure durante la risoluzione dei problemi aziendali. In Lamborghini i problemi si risolvono con confronto e partecipazione, in Ferrari si risolve cercando il colpevole, che non è mai una figura apicale".

Lodi puntualizza in tutto questo: "La Fiom è una, è quella della Ferrari e quella della Lamborghini. Ci deve essere data la possibilità - è l'appello del segretario regionale Fiom- di confrontarci con l'azienda, su politiche contrattuali, aziendali e di sviluppo, industriali. Chiedere che si torni nell'ambito del contratto nazionale di Federmeccanica sembra troppo, ma se tornassimo in quell'alveo riconquisteremmo un protagonismo che abbiamo perso, con benefici per i lavoratori e il loro ruolo.Oggi, le relazioni complicate si ripercuotono su di loro".

Passando la parola alla fabbrica, spiega Marco Quarta, operaio e delegato Fiom della fonderia di Maranello: "La Fiom non deve essere un ostacolo, ma un valore aggiunto. I lavoratori non riescono a votare il contratto nello stabilimento. Siamo al 25 novembre ma ancora non conosciamo il nostro piano ferie". Passando a Lamborghini, il collega Luca Zoboli ricorda che "qui il 95% dei delegati Rsu è targato Fiom. La contrattazione è il nostro valore aggiunto, per una vera democrazia di fabbrica".

(DIRE)

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