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Obi, stretta sui dipendenti dopo i malumori per le aperture straordinarie

Una circolare interna vieta ai lavoratori della catena di bricolage di rilasciare dichiarazioni sulle condizioni di lavoro. I sindacati chiedono un confronto, mentre resta alta la tensione sulle aperture nelle festività

La polemica sulle aperture straordinarie dei negozi in occasione delle festività, ultima in ordine di tempo quella del lunedi di Pasqua, sembra portare con sé importanti strascichi. Le organizzazioni sindacali confermano le iniziative di sciopero e rimangono sul piede di guerra, mentre emergono isolate situazioni di conflitto, certamente non facilitate dalle difficili contingenze economiche che anche il settore del commercio sta attraversando.

É il caso dei negozi OBI, il colosso tedesco che conta quattro diversi sedi nella nostra provincia. La catena tedesca per gli artigiani e per i virtuosi del fai-da-te sembrerebbe non essere a sua volta così virtuosa nell'atteggiamento verso i propri dipendenti. Secondo alcune fonti interne infatti, il clima tra la dirigenza e i lavoratori si è caricato di tensione negli ultimi tempi. Di fronte alle rimostranze per le aperture straordinarie, si è registrato un  irrigidimento dei rapporti. All'interno delle bacheche del negozio sarebbe comparso un avviso ai dipendenti, nel quale si farebbe divieto agli stessi di relazionarsi con soggetti esterni circa il proprio trattamento lavorativo. Non prendere iniziative personali insomma, ma lasciare che sia l'azienda a parlare. Un atteggiamento quantomeno sgradevole che, sempre secondo fonti sindacali, farebbe il paio con “velati ricatti” circa le condizioni di lavoro dei dipendenti. E in un mondo fatto di contratti precari e studenti-lavoratori, questo basta a dipingere le cause di un rapporto teso e complicato.

Le organizzazioni sindacali hanno richiesto un incontro sia con i responsabili locali sia con quelli di OBI Italia, per cercare di chiarire le posizioni dell'azienda, dalla quale si attende un riscontro. Al centro del tavolo sarà sicuramente ancora una volta la deregolamentazione degli orari di apertura, nodo cruciale nel quale potrebbero innestarsi altri filoni di scontro. Resta perciò da capire a quali concessioni sia disposto il gigante tedesco e forse basterà attendere il prossimo 25 aprile per scoprirlo.

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