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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia Carpi

Distretto "dimezzato", il tessile carpigiano fa i conti con la crisi

L'export mitiga il mercato interno fermo, ma si contano perdite fino al 50% nel 2020

È un distretto tra i più antichi e studiati, che ha subito negli anni, non solo negli ultimi, un'erosione quantitativa e qualitativa. Spicca infatti "una forte riduzione del numero imprese: oggi sono 700 rispetto al passato, quindi risultano più che dimezzate, con una notevole riduzione degli occupati e una ricomposizione delle loro destinazioni, che appaiono in crescita nelle reti esterne e in calo nel distretto". È la storia recente e attuale del comparto tessile e dell'abbigliamento di Carpi, così come esce dal convegno in corso oggi all'auditorium San Rocco nell'ambito del ciclo di incontri sui distretti industriali modenesi "Innovazione, investimenti e ricerca per lo sviluppo", promosso dagli Ordini degli avvocati e dei commercialisti territoriali.

Ne parlano in particolare i prof universitari Paolo Bastia e Enrico Gragnoli, ma premette in apertura Corrado Faglioni, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi: "Il distretto è penalizzato, anche se è resiliente. Nel 2020, l'anno della pandemia, ha accusato perdite medie dal 30% al 40% con picchi oltre il 50%, rispetto al 2019, ma anche sul 2021- puntualizza Faglioni citando i dati della Camera di Commercio- ci sono tante luci e ombre: il settore si sta riprendendo sull'export, visto che i consumi interni sono fermi al palo, e difatti nel secondo trimestre 2021 le esportazioni provinciali segnano +43% rispetto al secondo trimestre del 2020. È un primo bel segnale" in un contesto di aumento del prezzo delle materie prime e dei costi dei trasporti, che ora penalizzano i margini aziendali e su cui c'è "forte preoccupazione".

Come conferma in particolar Bastia, inoltre, "le piccole realtà e imprese sono le più colpite dagli effetti della riduzione, le maggiori imprese invece procedono meglio come performance". In ogni caso, continua Bastia, quello carpigiano appare ancora "un distretto ancora piuttosto orientato al mercato domestico, che vale per oltre il 60% del fatturato, internazionalizzazione tuttora obiettivo impegnativo per le piccole. Ci sono esigenze di crescita dimensionale e di capitali, del resto la finanza è fondamentale se guidata da buone strategie".

Intanto, dunque, l'emergenza Covid ha colpito duramente il distretto, l'abbigliamento particolarmente, e bisogna fare i conti più in generale, non solo a Carpi, con "indebitamento recente e squilibrio tra posizioni di cassa, così come su problemi di ristrutturazione del debito". In tutto questo si staglia il nodo generazionale, con l'uscita delle famiglie 'storiche' o gli eredi che diventano azionisti o soci, e che si affidano sempre più a manager esterni.

(DIRE)

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