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Economia modenese. Produttività in aumento, investimenti timidi e volano i voucher

Una fotografia non del tutto positiva quella scattata dall'Osservatorio Economia e Lavoro in provincia di Modena per l'anno 2016, che non ha raggiunto i traguardi che gli analisti si aspettavano

Il quadro economico modenese è incerto per via di una ridotta disponibilità all'investimento da parte del settore privato, condizionato  dalla debolezza del mercato interno e dalla difficoltà a stabilizzare la presenza sui mercati internazionali. E' questa la fotografia scattata dalla CGIL nella 10° edizione dell'Osservatorio Economia e Lavoro (OEL) in provincia di Modena. Sindacato che sottolinea l'uso massicio dei voucher, al di sopra della media regionale, e dall'altro il dispiacere di non aver visto nei dati 2016 la situazione economica che si immaginava l'anno scorso, in particolare il mancato consolidamento occupazionale. 

STASI DEMOGRAFICA. Il territorio provinciale ha stabilizzato la propria popolazione fra il 2014 e l’inizio del 2016 sui 702.481 abitanti, un livello inferiore a quello precedente al 2012. Nelle aree colpite dal sisma, il distretto di Mirandola continua a perdere residenti, mentre in quello di Carpi l’andamento demografico è stabile. Lo stesso succede in pressoché tutti gli altri distretti con l’esclusione del Frignano, dove continua l’emorragia demografica, e Castelfranco, dove aumenta costantemente la popolazione. Fra il 2012 e il 2014 si è evidenziata una dinamica cedente della presenza di stranieri di oltre 3.400 unità, e anche nel 2016 il dato mostra una contrazione di 1.050 unità. In sostanza rimane fondamentale l’immigrazione di persone per finalità di lavoro, mentre si mantiene in linea con la dinamica della popolazione autoctona la formazione locale di persone di origine straniera. E all'interno di tale dinamica un secondo aspetto rilevante è l’invecchiamento costante del mercato del lavoro locale, un fenomeno che dal 2001 ha visto ridursi i lavoratori giovani presenti sul mercato del lavoro locale di circa il 27%.

PRODUTTIVITA' ED INVESTIMENTI. Il bilancio complessivo dell’anno 2016 mostra un incremento produttivo medio del +2,6%, il più alto degli ultimi cinque anni. Anche il fatturato è cresciuto, ad un ritmo del +3% in media d’anno. Si tratta comunque di un quadro differenziato, dove il settore ceramico e l’agroalimentare sono andati meglio rispetto al meccanico e al settore moda. Nel corso degli anni fra il 2004 e il 2016 la produttività è diminuita dello 0,2%, contro un incremento del 2,5% registrato in regione. Le performance peggiori sotto questo profilo riguardano agricoltura e costruzioni.  L’aver coltivato una specializzazione industriale ha portato alla crescita della produttività nel settore manifatturiero, al di sopra di quello regionale, tuttavia è dal 2012 che il tasso di crescita della produttività dell’economia modenese è molto inferiore a quello medio dell’intera regione.La dinamica degli investimenti risente delle condizioni di cautela che le imprese accordano alla ripresa dei mercati. La domanda interna non è ancora solida e i mercati internazionali sono meno dinamici di quanto ci si potesse attendere.

LE ESPORTAZIONI. Come già il 2015 anche il 2016 si conferma un anno in crescita per le esportazioni modenesi. La variazione media annua (+2,2%) con un aumento di 262 milioni di euro porta l’export del 2016 a superare per la prima volta i 12 miliardi di euro, con un incremento del 10,5% rispetto ai valori del 2008. Per quanto riguarda i settori merceologici, sono il settore ceramico, che conferma il trend del 2015 (+7,9%), e l’agroalimentare (+3,6%) a sostenere l’export territoriale. Si registra invece una battuta d’arresto per il biomedicale (-4,4%) e le macchine e apparecchi meccanici (- 1,7%). Nel complesso i risultati meno lusinghieri sono proprio quelli dei settori di maggiore impatto e specializzazione del territorio, secondo una linea di tendenza già evidenziata negli anni passati.

OCCUPAZIONE. Il mercato del lavoro, pur con i significativi e per certi versi straordinari risultati emersi nel 2016, rimane comunque ancora esposto ad una alta volatilità. Gli occupati complessivi sono in forte crescita (+4,4%) nel 2016 rispetto al 2015, per effetto di dinamiche generali che hanno investito un po’ tutti i settori, con la drammatica eccezione delle costruzioni (-15%), sia sotto il profilo settoriale, sia sotto il profilo dell’inquadramento professionale. Dal punto di vista settoriale ad incrementi significativi di agricoltura (+11%), e commercio (14%), si affiancano il settore manifatturiero (+1,3%) e il settore dei servizi (+6%). Dal punto di vista dell’inquadramento professionale invece è da rilevare che la crescita dell’occupazione si caratterizza per una consistente crescita degli occupati con rapporto di lavoro non dipendente (+20,0%) e di una contrazione (-0,2%) dei lavoratori dipendenti. I tassi di occupazione in crescita riguardano praticamente tutte le classi di età attive nel mercato del lavoro, ma con particolare enfasi per le classi dai 18 ai 34 anni per le quali si registra una crescita calcolabile attorno al 7%.  

FORME DI CONTRATTO. Sempre in tema di forme di contratto di lavoro flessibile a Modena sono stati venduti nel 2016 oltre 2.900.000 voucher (erano 1,7 milioni nel 2015). Per ogni occupato in provincia di Modena sono distribuiti 9,13 voucher, contro un uso pari a 7,68 voucher per occupato in regione: una diffusione del 19% superiore rispetto al territorio regionale. In regione i voucher trovano particolare diffusione nelle aree economiche più segnate da turismo e stagionalità, mentre fra le economie a maggiore vocazione produttiva quella di Modena spicca per frequenza e diffusione di questo strumento: una ragione in più per rivedere le caratteristiche e le modalità di utilizzo di uno strumento di grande successo, ma molto controverso.

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