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Economia. Pil Emilia-Romagna cresce più di Lombardia e Veneto

I dati di Unioncamera Emilia-Romagna raccontano di una regione, la nostra, locomotiva d'Italia, con un Pil che supera quello della Lombardia e del Veneto

I dati di Unioncamere Emilia-Romagna hanno aperto uno scenario davvero nuovo in Italia, infatti la consolidata idea che Lombardia e Veneto fossero le due regioni locomotiva del paese è da rivedere. Infatti, da un lato la nostra regione registra un Pil pari al +1,9%, scavalcando la Lombardia che si ferma a +1,8%, e dall'altro la disoccupazione è al 5,8%, contro l'8,4% del 2013 (solo 5 anni fa) di inizio legislatura. "I fattori a cui si deve questo primato sono molti – spiega Guido Caselli, responsabile del centro studi di Unioncamere Emilia Romagna - e vanno dall’ottimo andamento del turismo, che contribuisce con grandi numeri, alla decisa ripresa dell’industria, in particolare nei settori della meccanica e dell’alimentare. Un ruolo importante lo riveste anche il comparto delle costruzioni, che ha ricominciato a marciare."

Il tasso di disoccupazione è un dato che continua a scendere nel tempo, infatti se nel 2017 è stato del 6,3%, nel 2018 è previsto attorno al 5,8%, ma già la regione guarda al futuro con obiettivi importanti per il 2020 in cuisi parla di un traguardo tra il 4 e il 5%. Un dato che, secondo gli economisti, sarebbe da considerare in linea con una situazione di piena occupazione, dato che è tendenziale che la disoccupazione arrivi sotto il 3%. Dall'altro un Pil che segnando l'1,9% si avvicina molto a quello nazionala della Germania del 2,2%.

Numeri- spiega il presidente regionale, Stefano Bonaccini - importanti non tanto per classifiche o primati, quanto per l’ennesima dimostrazione della solidità del gioco di squadra inaugurato nel luglio di tre anni fa con il Patto per il Lavoro, quando come Regione chiamammo i firmatari a condividere quello che da subito è stato l’obiettivo prioritario di questa Giunta: creare sviluppo e buona occupazione. Un fare insieme che ha in sé, come dimostrano proprio i dati sulla crescita, meccanismi, capacità e volontà per non fermarsi, per continuare a insistere facendo leva sulle politiche di investimenti pubblici che abbiamo avviato e portato avanti, su internazionalizzazione e attrattività, su ricerca e innovazione, rafforzando sanità e welfare per non lasciare indietro nessuno. Concentrandoci ora ancora di più sul creare nuove opportunità di lavoro per i giovani e la lotta al precariato, perseguendo una crescita omogenea che premi allo stesso modo tutti i territori."

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