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Martedì, 16 Aprile 2024
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Maserati, raddoppiano gli esuberi. Fiom non firma il contratto di solidarietà

Gli esuberi momentanei del Tridente passeranno da 70 a 150: una proposta che non piace ai metalmeccanici della Cgil. Accordo siglato invece dalle altre sigle. Preoccupa il calo dell'orario giornaliero e di conseguenza del salario

Nei giorni scorsi i sindacati Fim/Cisl, Uilm/Uil e Fismic hanno firmato l’accordo per il contratto di solidarietà in Maserati Auto per otto mesi a partire dal 1° dicembre 2016, per dare continuità agli ammortizzatori sociali necessari a fronteggiare la situazione di mercato. Come accade da ormia molto tempo, Fiom/Cgil no ha condiviso l'impianto della proposta e e non ha firmato il documento sottoscritto dalle altre sigle.

Il Contratto di Solidarietà aumenta il numero dell’esubero del personale, seppur momentaneo, dichiarato dall’azienda, che diventa di 150 addetti, mentre in questi mesi si era sempre parlato di 120 esuberi, da cui andavano decurtati i 41 lavoratori oggi collocati in Ferrari Auto e circa una decina collocati in modo definitivo in altri stabilimenti del Gruppo Fiat, portando perciò l’esubero effettivo a 70 addetti. Questo permetterà una riduzione dell’orario di lavoro medio di quasi il 60% per i 251 addetti dello stabilimento Maserati di via Ciro Menotti che saranno coinvolti dal nuovo ammortizzatore. 

La critica della  Fiom/Cgil si basa sulla previsione che il contratto "peggiorerà le condizioni soggettive di ogni lavoratore rispetto al già pesante impatto della Cigo utilizzata sinora, che però non aveva mai superato il 50% di riduzione oraria nel mese. Tale riduzione dell’orario di lavoro oltre il 50%, oltre che far perdere maggiore salario diretto, impedirà anche la maturazione di tutti gli istituti differiti (ferie, permessi e tredicesima)". 

Stamattina i vertici della Fiom/Cgil hanno inviato ai segretari delle altre organizzazioni sindacali una lettera in cui ribadisce le proprie ragioni per non aver firmato l’accordo e chiede di poter ridiscutere l’ammortizzatore sociale con l’azienda e tutte le organizzazioni sindacali unitariamente, tenendo conto delle criticità che oggi non hanno permesso alla Fiom di firmare l’accordo. 

Tali criticità sono state illustrate nelle uniche assemblee ai lavoratori svolte solo dalla Fiom/Cgil, mentre gli altri sindacati si sono limitati a firmare l’accordo senza fare nessuna assemblea – sottolinea Fiom – e quindi senza informare e coinvolgere i lavoratori. Durante le assemblee i lavoratori hanno infatti dimostrato preoccupazione per l’impatto che il nuovo ammortizzatore potrà avere sull’orario di lavoro e hanno dimostrato interesse sulle proposte di revisione presentate dalla Fiom/Cgil. 

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