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Economia

Appennino senza neve, Cna: "Attenzione a tutta la filiera"

La mancanza di neve condiziona negativamente anche l’attività degli esercizi del commercio e della ristorazione, già alle prese con i costi dell’energia

La beffa delle abbondanti nevicate registrate negli anni della pandemia si aggiunge al danno legato all’assenza di neve della stagione invernale in corso. “Una situazione – osserva Alberto Canovi, presidente della CNA dell’Appennino modenese – che ha provocato in questi giorni cancellazioni che in alcune strutture hanno raggiunto il 50% e che non si riflette solo sugli impianti di risalita e le strutture ricettive, ma anche sulla ristorazione e sul commercio. Imprese sulle quali già gravano i rincari delle bollette energetiche per una situazione nella quale si concretizzano maggiori spese e minori incassi.

Bene ha fatto, secondo CNA, il presidente della Regione Bonaccini a chiedere un incontro al governo per attivare procedure e prendere iniziative che consentano di affrontare questa emergenza, “emergenza – insiste Canovi – che coinvolge un’intera filiera. Per questo auspichiamo che le iniziative, a partire da un auspicabile posticipo dei mutui, si rivolgano non solo alle realtà direttamente coinvolte da questa situazione, ma a tutte le attività economiche che rientrano in questo ambito”.

Ma secondo CNA c’è di più: è evidente come il cambiamento climatico stia condizionando l’attività turistica del territorio. Questo impone investimenti non solo su impianti di innevamento di nuova generazione, ma anche su attività che possano rappresentare un’alternativa, o quanto meno un’integrazione, degli sport sciistici. Così come è necessaria la predisposizione di iniziative legate al turismo esperienziale che presuppongono una precisa conoscenza del territorio da parte degli operatori turistici. 

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