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Economia Maranello

Fiom "smonta" il premio di produzione Ferrari e critica l'esternalizzazione

Le tute blu della Cgil rimarcano la loro contrarietà al modello contrattualistico in vigore a Maranello, mettendo in luce come le cifre siano frutto di "abilità comunicativa" dell'azienda

La Fiom-Cgil smonta l'entusiasmo della Fim/Cisl e di Ferrari per il nuovo premio annunciato ai dipendenti del Cavallino, ieri nel corso della diffusione dei nuovi numeri di bilancio della casa di Maranello. Si tratta di una bataglia di vecchia data, che ha portato negli anni passati ad aspre divisioni, tant'è che il Contratto Specifico di Lavoro attualmente in essere a Maranello non è stato firmato dalla Fiom-Cgil.

Ricordando che "un lavoratore di Ferrari ha retribuzioni annue in quota fissa più basse di 10.000 euro rispetto ad un lavoratore di Lamborghini", il sindacato si conferma dunque critico. "Anche quest'anno a febbraio, immancabile come l'appuntamento col Festival di Sanremo, arriva la roboante notizia- è l'ironia della Fiom in una nota oggi- sull'importo del premio erogato dalla Ferrari ai dipendenti: 12.000 euro è una cifra incredibile, la notizia però è anche il frutto di un'abile strategia comunicativa del colosso automobilistico. Quindi va fatta chiarezza". L'importo del quale si parla, precisa la Fiom, "è in cifra lorda e viene erogato solo a coloro che non hanno fatto nemmeno un giorno di assenza nel corso del 2021. Anche una sola giornata di malattia comporta la perdita di centinaia di euro di premio. Questo sistema evidentemente può indurre il lavoratore a non farsi attestare lo stato di malattia al fine di evitare pesanti ricadute economiche".

Ed è analogo, secondo la sigla Cgil, "anche il ragionamento che porta ricadute incredibili sulla partecipazione alle iniziative di sciopero: partecipare ad una giornata di sciopero in Ferrari può comportare una decurtazione della retribuzione di quasi 1.000 euro lorde, con buona pace del diritto di sciopero sancito dalla Costituzione". 

A questa analisi andrebbe anche affiancato il ragionamento su tutto quel variegato mondo di lavoratori che presta servizio per Ferrari, ma non è dipendente di Ferrari e quindi non ha il riconoscimento di alcun premio. Sono migliaia i lavoratori che tra appalti e lavorazioni fatte esternamente si trovano in queste condizioni, lavoratori che spesso svolgono mansioni chiave per la produzione ma che non partecipano alla redistribuzione del "faraonico" premio Ferrari. Ovviamente si tratta di lavoratori assunti da altre aziende e il tema si sposta quindi sulla questione degli appalti  e della filiera.

La Fiom-Cgil conclude: "E' innegabile che le cifre del premio siano ragguardevoli, ma è altrettanto innegabile che la struttura retributiva è il frutto di una storia contrattuale che consente al colosso del lusso di gestire il 30% delle retribuzioni dei lavoratori vincolandone l’erogazione ai risultati della produzione ed alla presenza dei lavoratori, senza alcuna ricaduta positiva sulle retribuzioni di quelle migliaia di lavoratori che lavorano nel variegato mondo delle esternalizzazioni".

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